Dalle prime reazioni dei nostri lettori alla notizia del portale attivato dall’Ordine di Bologna per la vendita di prestazioni mediche ed odontoiatriche direttamente ai pazienti, sembra che la professione si divisa tra coloro che lo ritengono una iniziativa non di competenza ordinistica ed altri che apprezzano.
Ricordiamo che il servizio attivato dall’Ordine di Bologna offre ai cittadini la possibilità di acquistare una vista medica o una odontoiatrica prenotando e pagando direttamente dal sito il medico o il dentista che hanno deciso di aderire all’iniziativa. I professionisti dovranno destinare il 10% del costo delle prestazione vendute al gestore del portale. Il tutto avverrà sotto stretto controllo dell’Ordine stesso che vaglierà messaggi e tariffe proposte. Per ora il sito è ancora nella fase embrionale, in attesa che i medici e dentisti aderiscano.
Una iniziativa che ricorda molto quelle attivate dai vari social shopping di cui Groupon è il più famoso, siti che proprio FNOMCeO ed ANDI da tempo cercano di contrastare e per fare questo nel 2011 si sono rivolti anche all’Antitrust.
Per capire come la Federazione e l’ANDI giudichino l’iniziativa abbiamo chiesto un parere ai loro presidenti.
“Il mio giudizio è sospeso in attesa di verificare come l’iniziativa si svilupperà”, ci dice il presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco.
“Preferirei fare una valutazione dopo una approfondita analisi. Ad oggi conosciamo l’impostazione del sito ma dobbiamo capire come questo si svilupperà, che informazioni verranno inserite, come verranno proposte le prestazioni. Fare una valutazione ora sarebbe pregiudiziale, preferisco prima rendermi conto di come sarà strutturato e poi potrò meglio esprimermi”. “Quello che come prima impressione mi lascia perplesso sono i costi dell’operazione chiesti ai professionisti, così come non ho ben capito come si orienteranno con le offerte. Sono convinto che su questo esperimento si dovrebbe fare delle analisi più approfondire prima di attivarlo”.
Stessa cautela viene espressa dal presidente ANDI Gianfranco Prada.
“Non voglio esprimere un giudizio su di una cosa che si conosce solo per sommi capi”, ci dice il presidente ANDI. “Certo i dubbi sono molti a cominciare dalla considerazione che questa sia una attività che rientra tra i compiti di un Ordine professionale. Indubbiamente oltre all’aspetto lucrativo mi chiedo come, e su quali basi, l’Ordine valuterà la professionalità degli iscritti che vorranno proporre le proprie prestazioni e poi su quale base giudicheranno se la tariffa proposta è congrua o meno?. Certamente questa iniziativa indebolisce la battaglia di ANDI verso chi vuole equiparare la nostra professione ad una qualsiasi attività commerciale dimenticandosi che la prestazione odontoiatrica rimane un atto medico e non un prodotto da comprare e consumare”.