Se nei luoghi comuni i dentisti sono, spesso, indicati come evasori, quando si analizzano dati rilevati secondo metodi statistici seri le cose cambiano. A confermarlo il 3° Rapporto Eures sull’evasione fiscale in Italia (2012) analizza il comportamento fiscale di 52 categorie di lavoratori (14 artigiani e 8 fornitori di servizi alla persona, 10 professionisti, 16 commercianti, 4 operatori pubblici e privati nel settore alloggiativo e turistico-ricettivo), attraverso l’esperienza diretta di un campione di 1.225 Italiani, rappresentativo della popolazione residente. Dalla ricerca emerge una generalizzata denuncia della diffusione dell’evasione fiscale ed una contestuale forte richiesta di rafforzare l’azione di contrasto. Il Rapporto 2012 segue le indagini realizzate dall’Eures nel 2004 e nel 2007 consentendo, accanto ad una lettura attuale del fenomeno, un confronto di medio-lungo periodo necessario a comprenderne le dinamiche sia nel comportamento degli operatori economici sia nell’atteggiamento della pubblica opinione.
In assoluto sono artigiani come idraulici o giardinieri (62%), stabilimenti balneari (62,9%) lavori come il docenti che danno ripetizioni (89% in nero), le badanti/babysitter (63,2%), le collaboratrici domestiche (61,5%) a far segnare percentuali di nero molto elevate.
Analizzando le singole “libere professioni” si rileva una incidenza degli evasori che spesso è vicina alla metà dei professionisti incontrati dal campione. In particolare sono gli avvocati quelli che più frequentemente non adottano un comportamento regolare (42,7%); seguono i geometri (40,2%), gli psicologi e gli psichiatri (40%), gli architetti (38,7%), i dietologi e i nutrizionisti (38%), i medici specialisti e i dentisti (entrambi con una percentuale di evasori pari al 34%), mentre più distanziati si trovano i veterinari (25,3%) e i commercialisti (23,5%), seguiti dai notai (19,5%).
Dentisti che ne escono male se si considera l’incremento di mancate fatture negli ultimi anni. Infatti nel 2004 il nero rilevato era pari al 27,7%, nel 2007 era il 32,9% mentre come abbiamo visto il dato di quest’anno e del 34%.
Meglio il dato che indica i dentisti agli ultimi posti tra i professionisti che emettono la fattura ma di un importo minore di quanto realmente corrisposto a fronte di uno sconto per il paziente. Solo il 5,5% dei dentisti ha seguito questa pratica, peggio hanno fatto gli architetti (18,7%), i geometri (10,3%), i notai (8,7%) e gli avvocati (7,8%).
Analizzando il fenomeno dell’evasione per area geografica i più virtuosi sono i dentisti del Nord (il 29,9% i professionisti che non fatturano) contro il 35,4% del Centro ed il 38,3% al Sud e nelle Isole.
Per quanto riguarda le percentuali di importi evasi (quelli indicati precedentemente erano le percentuali degli operatori che non hanno rilasciato fattura) più elevate si registrano tra gli operatori dei servizi alla persona, quali gli insegnanti di ripetizioni scolastiche (88,3% degli importi evasi) e quelli di canto, musica, ecc. (66,1%); tra gli artigiani, si registra un livello di introiti evasi vicino al 50%, con la percentuale più elevata tra i giardinieri e i tappezzieri (48,4%), seguiti da fabbri (47,7%), dagli idraulici e falegnami (46,9%) e dai muratori (46,6%).Tra i professionisti, secondo le indicazioni fornite dai cittadini, sono gli avvocati a registrare le percentuali più alte di introiti non fatturati (38,5% dei compensi evasi), seguiti dagli architetti (34,6%), dai dietologi (32,4%), dai dentisti (31,4%) e dagli psicologi e psichiatri (31,2%).
Dentisti, però, con 1,5 miliardi di euro l’anno di compensi non dichiarati (pari a 639 milioni di euro evasi) sono quelli a registrare i valori più elevati seguiti dagli avvocati (911 e 387 milioni di euro) e dai notai (492 e 209 milioni di euro).
Il sommerso prodotto annualmente dagli artigiani, dagli operatori dei servizi alla persona e dai liberi professionisti oggetto di osservazione è risultato pari a 17 miliardi di euro (8,4 miliardi di euro dagli artigiani, 4,1 miliardi dagli operatori dei servizi alla persona e 4,5 miliardi di euro da parte dei liberi professionisti analizzati), di questi, l’evasione di imposte dirette (calcolata attraverso l’indice di pressione fiscale che nel 2011 è pari al 42,5%) è di 7,2 miliardi di euro (3,6 miliardi di euro dagli artigiani, 1,7 miliardi dagli operatori dei servizi alla persona e 1,9 miliardi di euro da parte dei liberi professionisti). I valori più elevati si registrano per i muratori e i pittori che in un anno non dichiarano importi per 2,5 miliardi di euro (pari a 1,1 miliardi di euro evasi), seguiti dalle collaboratrici domestiche (2,4 miliardi di euro di ricavi e 1 miliardo di euro di evasione) e, con scarti rilevanti, da meccanici (882 milioni di euro e 375 milioni di euro evasi), idraulici (735 e 312 milioni di euro) e falegnami (672 milioni di euro di ricavi, pari a 286 milioni di euro evasi).