Dopo i due servizi sul turismo odontoiatrico andati in onda su Striscia la Notizia interviene l’AIOL
Spett.le redazione di “Striscia la notizia”, in relazione ai servizi da voi trasmessi sul turismo odontoiatrico, mi associo alle parole espresse dai Presidenti delle categorie sindacali AIO e ANDI, condividendole totalmente.
In qualità di Presidente della Accademia Italiana di Odontoiatria Legale, mi sento di aggiungere, in riferimento ai due dati di soddisfazione evidenziati dalla signora intervistata sulla odontoiatria croata in raffronto con quella italiana (e cioè prezzi più bassi e alta professionalità) che la qualità delle prestazioni e la professionalità degli odontoiatri italiani è ai vertici mondiali da molti anni in tutte le specialità. L’ottimale rapporto dei dentisti italiani con i propri pazienti è testimoniato dai dati sul contenzioso che, sia pure in fisiologico aumento, restano ancorati a percentuali decisamente basse, in linea con gli altri paesi europei, e ben lungi dal realizzare quel catastrofismo paventato all’inizio del nuovo millennio.
La pubblicizzazione di una professione medica affidata ad un odontotecnico è inaccettabile, offensiva e squalificante: disquisire di questioni biologiche spetta a chi è titolato a farlo.
A solo titolo di esempio, la necessità di attendere la maturazione dei tessuti parodontali, che devono essere condizionati da protesi provvisoria, giustifica di per sé il rispetto di una cronologia esecutiva che in nessun modo deve essere confusa con la vergognosa accusa di malafede lanciata verso una intera categoria che, comportandosi come indicato dall’odontotecnico, a ragion veduta attenderebbe la realizzazione della protesi definitiva per incrementare le prestazioni dello studio a scapito della salute del paziente. Sempre per esempio, è giusto che si sappia che i migliori materiali di impronta in protesi fissa richiedono una attesa di almeno 24 ore prima di procedere alla colatura del modello ed esistono anche in odontotecnica tempi di lavorazione ben definiti, il mancato rispetto dei quali, di per sé, può già essere considerato intrinseco parametro di ridotta qualità.
Il fatto che in Italia il paziente sia costretto ad ottemperare col proprio portafogli alle spese per cure odontoiatriche non giustifica il concetto di “vendita di un prodotto”.
Il “bene salute” non può far capo ad una compravendita da mercato ma è legato inscindibilmente all’espletamento di una “prestazione professionale” che si fonda su requisiti del tutto differenti, basati su anni di studio per acquisire lauree, abilitazioni professionali e specializzazioni, su un costante aggiornamento, e sul rapporto con la biologia e le sue regole, che sono sostenute da profonde basi scientifiche e non da semplici regole di compra-vendita di un oggetto.
Marco Brady Bucci: Presidente della Accademia Italiana di Odontoiatria Legale