L’annuncio lo troviamo nella cartella stampa del 40° INTERNATIONAL EXPODENTAL e riguarda i danni che il glucosio possono procurare ai denti durante la notte.
È infatti risaputo che nei diabetici, per un complesso meccanismo biochimico (shunt salivare), la quantità di glucosio nella saliva è più alta del normale. Ciò ha aperto nuove prospettive diagnostiche, si stanno infatti sperimentando dei metodi per individuare il diabete analizzando la saliva anziché il sangue. E inoltre ha anche spiegato perché, nei diabetici, il rischio di malattia parodontale è decisamente superiore alla media. Ma sulla scia di queste acquisizioni, sono appena state compiute nuove indagini sulla presenza e sulle conseguenze del glucosio nella saliva, e le conclusioni sono che l'igiene orale tradizionale non basta, occorrono strumenti in più.
A lanciare l’allarme è il prof. Giampietro Farronato, direttore della cattedra di Ortognatodonzia del Corso di Laurea Odontoiatria e Protesi Dentaria all'Università di Milano.
“Il più recente studio da noi condotto in questa materia – spiega – ha avuto per oggetto proprio i livelli di glucosio nel fluido orale (definizione più corretta che non saliva) nelle persone sane. È ancora uno studio preliminare, 37 persone sono state analizzate, però è emerso chiaramente che il glucosio è decisamente più abbondante al mattino, per poi decrescere nell’arco del giorno per tutta una serie di motivi. Cosa significa questo? Che durante la notte in bocca si verifica un accumulo di glucosio e quindi aumenta anche il rischio di proliferazione batterica nel cavo orale. La cui conseguenza è una maggior probabilità di sviluppare carie. È una scoperta che deve indurre, la sera, non solo a lavarsi i denti accuratamente ma anche a fare uso di prodotti che assicurino una copertura antibatterica notturna”.
Finora in letteratura è riscontrato che anche per persone non diabetiche ma con familiarità diabetica i livelli di glucosio nella saliva siano più alti della media. Ulteriori conferme devono arrivare dalla letteratura internazionale, ma se fosse davvero così si aprirebbero nuovi orizzonti, sia per la prevenzione del diabete che delle malattie dei denti.