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VISTO DA FUORI: possibili vantaggi per i cittadini ed il SSN dai dentisti liberi professionisti? Pubblico e privato, obiettivi diversi ma stessa filosofia sui bilanci
[lunedì 21 gennaio 2013]

Guido Benedetti è un dentista toscano, autore del libro “Mamma che denti”, che da tempo ha un proprio blog sul sito de L’Unità in cui si occupa di sanità in genere.

Nel suo ultimo post, che pubblichiamo per gentile concessione anche su ildentale, affronta un argomento particolarmente attuale chiedendosi: perché la politica dovrebbe considerare l’attività libero professionale quale cardine imprescindibile del sistema salute del nostro Paese? Commento nato, spiega, dall’ultimo editoriale del presidente ANDI Gianfranco Prada in cui vengono avanzate le richieste dell’associazione alla politica.

Nel suo scritto Benedetti avanza una serie di considerazioni, condivisibili, sul diritto alla salute, sulla necessità di avere un SSN in grado di soddisfare le richieste dei cittadini mettendo al centro la salute del paziente, sul fatto che in alcuni casi il pubblico -e la polemica sul parti cesarei di questi giorni ne è la prova- mette come primo obiettivo il profitto. Ma quante volte il pubblico nega un parto cesareo non necessario ad una futura mamma che lo richiede con insistenza?

Ma la vera domanda che Benedetti pone al lettore, e cerca di dare una risposta, riferendosi alle richieste di sostegno all’attività libero professionale richieste dal presidente Prada nel suo editoriale alla politica è: perché si deve sostenere i dentisti privati, quali sono i vantaggi?

Certo se avessimo un SSN che eroga assistenza odontoiatrica senza limiti a tutti gli italiani, i dentisti privati sarebbero dei comprimari, ma sappiamo che il SSN non si occupa di odontoiatria a tempo pieno ed i dentisti liberi professionisti, da sempre, garantiscono la salute orale agli italiani. Anche con buoni risultati stando a quanto indicano le indagini epidemiologiche.

Certo, lo fanno in cambio di un compenso economico.

Ed è proprio verso questo punto -lo scopo del dentista privato è guadagnare- il limite che Benedetti indica in un sistema basato sul privato arrivando a dire che proprio perché privati, i dentisti sono inadatti a tutelare un diritto come quello della salute.

Se vivessimo in un mondo perfetto, e speriamo di viverci un giorno,  Benedetti avrebbe certamente ragione; ma questo mondo, dove i medici lavorano con l’unico obiettivo quello di curare i pazienti senza nessun compromesso, per ora non esiste.

Ma non esiste a cominciare dal pubblico, dal SSN che ha scopi diversi dai privati -ovviamente il fine non è il profitto- ma sta utilizzando gli stessi metodi di gestione dei privati: ovvero ricercare maggiori entrate e risparmiare sulle spese. Se le tasse che dovrebbero finanziare il SSN sono proporzionali (ovvero pesano sul cittadino in base alla propria capacità contributiva) il ticket non lo è: un impiegato ed un capitano di industria pagano la stessa cifra per una detartrasi all’Asl così come capita dal dentista libero professionista. E in alcuni casi la tariffa del ticket è anche molto simile a quella praticata dal dentista privato che non ha l’Asl (ovvero noi cittadini con le tasse) che gli paga struttura e dipendenti.

Un esempio di come il privato possa sostenere la salute pubblica l’abbiamo con i medici di famiglia che, ricordiamo, sono liberi professionisti convenzionati con il SSN. Anche in tema di odontoiatria ci sono alcune esperienze virtuose che hanno dimostrato come, se affidata ai privati, l’assistenza odontoiatrica può essere vantaggiosa sia per i cittadini che per il bilancio delle Regioni: per esempio il servizio di prevenzione attivato in Toscana, ma ora sospeso. Vero anche che in altri casi, si legga alcune esperienze di service attivati in Lombardia, si sono dimostrati poco felici.

In un momento di tagli e di ricerca di quell’efficienza ed efficacia che dovrebbe permettere al nostro SSN di dare un servizio veramente consono alle richieste, almeno a chi realmente non può permettersi di rivolgersi al privato, dovremmo ragionare sul modello da adottare e non tanto sulle contrapposizione tra dentista pubblico e dentista dell’Asl, sempre che ne esitano visto che da anni non li assumono.

Benedetti ha certamente ragione quando dice che la salute è più importante dei medici ma bisogna sempre ricordare che anche il medico che lavora nell’Asl lo fa perché percepisce uno stipendio. Quindi non è il profitto il male ma l’assenza di etica professionale in alcuni medici sia pubblici che privati.

Norberto Maccagno: direttore de ildentale.it

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