La kermesse del 148 ° CMM è terminata e si lavora per la manifestazione del 2014 anche se tra i padiglioni e le sale già si percepivano i fermenti per la 150° edizione del 2015. Ecco qualche numero sulla manifestazione che negli ultimi anni convoglia a Chicago oltre 30 mila visitatori che generano attività economiche indotte di 50 milioni dollari alla “windy city”. Tra i padiglioni netta la prevalenza femminile, tra cui spiccavano ovviamente, tutto il personale di studio, perché negli USA tutti sono soggetti alla Continuing Education.
Per l’edizione di quest’anno sono stati proposti 170 corsi in 3 giorni secondo la filosofia generalista del “ poco di tutto” che ha da sempre caratterizzato l’evento, e non quella superspecialistica del “tutto di niente”. Secondo questa logica abbiamo notato, ed apprezzato, corsi che possono apparire non convenzionali nei nostri congressi come quelli dedicati alla salute degli operatori professionali, agli stili di vita, alla dietologia, allo stretching: qualche anno fa ho visto nel programma un seminario di yoga per le igieniste dentali.
Interessante e ricca l’offerta formativa nel settore del management dello studio, la comunicazione, la prevenzione del contenzioso, il marketing. Pregevole è l’abbinamento tra formazione e la ricca fiera merceologica che consente subito di visionale un prodotto o una apparecchiatura di cui si è sentito parlare in una conferenza.
Frequenti sono i corsi pratici in cui è possibile provare due prodotti concorrenti e testarli dal vivo. Non do giudizi sui corsi strettamente clinici che spesso ci lasciano perplessi perché partiamo da canoni estetici diversi.
Da circa 20 anni partecipo al Chicago midwinter e pur sapendo che la futurologia non è una scienza esatta ho sempre trovato molto utile, ed interessante, osservare in cosa differisce il mercato USA dal nostro (italiano/europeo).
Tra le tecnologie più presenti tra gli stand della mostra sicuramente quella dell’impronta digitale con scanner intraorale; tecnologia sempre più matura che oggi ha dei prezzi “accessibili” e trova, infatti, in USA una penetrazione del 20%. A questa si associa spesso, in USA, la produzione chairside per realizzare onlay/corone secondo la logica della “same day dentistry”. Lascerei da parte, per ora, la SDD che sicuramente richiede grossi investimenti per offrire onlay di qualità non eccelsa e poco gradita nel vecchio continente. Lo scanner intraorale è però confortevole per il paziente, ha un grosso impatto comunicativo e buona precisione di rilievo; speriamo che questo mercato cresca anche da noi.
Altra novità i test per lo screening in studio del carcinoma orale è un’altra procedura molto diffusa in USA che sicuramente giova a noi professionisti della salute orale. Il business americano si basa sull’invio per corriere del brushing della lesione sospetta al laboratorio istologico, che è un’azienda privata che ha creato una rete in tutto il Paese. Ma sappiamo che in Usa la salute è prima di tutto business.
A cura di Davis Cussotto: odontoiatra libero professionista Twitter @DavisCussotto