Abusivismo odontoiatrico: ecco i numero “certificati “ della Commissione Albo Odontoiatri
[venerdì 24 maggio 2013]
10 mila studi dentistici abusivi, oltre 75 milioni di euro di mancato incasso per lo stato, sono i dati dell’abusivismo odontoiatrico fotografato dall’Eures, l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali che ha curato per la CAO Nazionale sotto l’egida della FNOMCeO una ricerca sul fenomeno presentata questa mattina a Roma alla stampa.
“Sono cifre da punto esclamativo – ha commentato il presidente nazionale CAO Giuseppe Renzo –, che gridano ancor più vendetta in un contesto di crisi che pare senza fine e nel quale lo Stato annaspa nella ricerca di nuove entrate, per rispondere a bisogni sociali non più dilazionabili”. “La situazione sta diventando drammatica – continua Renzo-. Siamo abituati a pensare a quella odontoiatrica come a una professione subito remunerativa e con sbocchi sicuri. In realtà, il tasso di disoccupazione è almeno del 20%. I giovani non trovano lavoro se non dopo tre anni (per aprire un proprio studio ne occorrono da sei a dieci), finendo facile preda di strutture di dubbia certificazione che li sottopagano e li sottopongono a ritmi di lavoro massacranti”.
“Secondo la nostra indagine – aggiunge Fabio Piacenti dell'Eures - proprio queste strutture, nelle quali è più difficile per il paziente riconoscere la figura professionale addetta alla cura odontoiatrica, costituirebbero le nuove incubatrici di abusivismo e prestanomismo, andando gradualmente a sostituire gli studi, più o meno nascosti, gestiti da falsi dentisti che si spacciano per laureati”.
Nell’ampia e dettagliata ricerca che ha fotografato anche la “popolazione” odontoiatria e medica iscritta alla FNOMCeO.
Questi alcuni dei numeri presentati sull'abusivismo odontoiatrico.
Nel periodo 2006/2012 i Nas hanno effettuato 1.106 controlli mirrati alla repressione del reati di esercizio abusivo della professione medica ed odontoiatrica, di questi 514 sono stati i soggetti denunciati all’Autorità giudiziaria di cui 346 per violazione dell’art. 346 del C.P.: 125 gli studi odontoiatrici o laboratori odontotecnici sequestrati.
Ma da queste cifre come si arriva a stimare che gli abusivi in Italia siano 10 mila?
“Le stime sono state ottenute ipotizzando che l’abusivismo dentistico rappresenti un fenomeno diffuso in misura proporzionale all’offerta odontoiatrica”, si legge nel rapporto. "Gli abusivi sono stati dunque ripartiti in base alla distribuzione geografica dei professionisti iscritti all’Albo nel territorio nazionale. Tale ipotesi risulta inoltre pienamente coerente con le risultanze delle Forze dell’Ordine relative alla diffusione del reato di esercizio abusivo di una professione, che evidenziano una maggiore incidenza del fenomeno nelle Regioni settentrionali del Paese, dove l’offerta professionale è superiore”.
Passando quindi all’analisi dei dati, al Nord si stima la più forte incidenza dell’abusivismo dentistico, con circa 2.400 abusivi – in unità equivalenti (pari a 4.800 in unità effettive) e un’incidenza sul totale nazionale pari al 48%; seguono le regioni del Sud, dove si stimano 1.500 abusivi in unità equivalenti (3.000 in unità effettive), pari al 30% del totale nazionale e quelle del Centro, dove si stima operino abusivamente 1.100 “falsi dentisti” in unità equivalenti (e 2.200 in unità effettive), pari al 22% del totale nazionale.
Tale distribuzione, appare coerente con l’incidenza dei reati di abusivo esercizio scoperti dalle Forze dell’Ordine (pari rispettivamente al 51% al Nord, al 31,2% al Sud e al 17,8% al Centro).
Per quanto riguarda quanto l’abusivismo odontoiatrico sottrae allo Stato in termini di mancate entrate fiscali la ricerca le stima in 74,7 milioni di euro a fronte di 600 milioni di euro complessivamente incassati. Tale stima salirebbe a 97 milioni di euro laddove gli scaglioni considerati prevedano di partire da una base imponibile dichiarata di 24 mila euro (pari cioè a quella indicata dal Ministero delle Finanze per le imprese odontotecniche), escludendo cioè il primo e parte del secondo scaglione progressivo.
Poi c’è anche il mancato incasso da parte degli Ordini perché gli abusivi, ovviamente, non si iscrivono. Mancato incasso quantificato in 750 mila euro anche se, come sappiamo, molto spesso l’abusivo lavora al posto dell’odontoiatra prestanome che oltre ad essere l’intestatario dello studio è anche iscritto all’Albo.
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