Sirona è sicuramente una delle aziende leader nel settore dentale a livello mondiale, e non solo perché è quotata al Nasdaq di New York. E la scelta del mercato azionario non è un caso visto la volontà della azienda di puntare sull’innovazione tecnologica.
Franco Capelli, responsabile marketing di Sirona Italia sarà uno dei protagonisti del Dental Forum 2013 di Asti. Con lui abbiamo cercato di capire dove sta andando la professione di dentista ed odontotecnico dal suo punto di vista.
Dott. Capelli, quale è l'incidenza delle nuove tecnologie nello studio e nel laboratorio odontotecnico? Con quale tipologia di studio e laboratorio vi rapportate?
Innanzitutto, dobbiamo accordarci su cosa si intende per “nuove tecnologie”. Per semplificare, potremmo definire “nuova tecnologia” tutto ciò che richiede l’utilizzo di un software per compiere un’azione che a sua volta rende possibile un’applicazione pratica aggiuntiva rispetto alla consuetudine. Per chiarire il concetto, possiamo pensare alla radiografia digitale: l’acquisizione di un’immagine Rx mediante un sensore porta all’archiviazione automatica dell’immagine, senza rischi di dimenticanze da parte dell’operatore, con un chiaro vantaggio rispetto alla prassi tradizionale. In questo senso, il grado di incidenza delle nuove tecnologie è variabile in funzione delle scelte operate nelle singole realtà e può diventare molto alta, al punto da modificare radicalmente i protocolli operativi e, di conseguenza, l’organizzazione del lavoro. Pensiamo, per esempio, a quei laboratori odontotecnici che hanno deciso di passare totalmente al “digitale”, lasciando fuori dalla porta fonditrici, forni di preriscaldo e qualche volta persino le squadramodelli. In questo senso, noi di Sirona ci rapportiamo con ogni tipo di studio e laboratorio odontotecnico, con un unico presupposto: che queste realtà abbiano la disponibilità a modificare una parte piccola o grande delle proprie consuetudini lavorative.
Apparecchi come il vostro Cerec hanno creato uno scontro con le associazioni di odontotecnici che rivendicano l'esclusività della realizzazione della protesi anche in digitale, il loro timore è perdere una parte del lavoro. Timori fondati?
Penso che i timori possano essere fondati solo se e quando le persone vogliono “fermare il tempo”. Ogni momento storico offre opportunità diverse che talvolta si aggiungono a quelle precedenti, mentre altre volte le sostituiscono. Basti pensare a quando i progetti dei palazzi si facevano al tecnigrafo, disegnando con penne a china su innumerevoli fogli traslucidi: per ogni modifica si doveva grattare la china con il rischio di rifare tutto da capo. Certamente oggi non si è interrotta la costruzione di palazzi. Anzi, grazie ai progetti virtuali mediante software, si riesce a progettarli meglio e con maggior creatività Sono spariti, quindi, i disegnatori? Alcuni si, altri hanno cambiato strumenti e hanno continuato a disegnare. Cerec ha avuto il merito e l’onere di introdurre la tecnica CAD CAM nell’ambiente dentale e rappresenta un nuovo modo di risolvere i problemi dei pazienti. Un modo particolarmente efficiente e ricco di prospettive anche per il mondo odontotecnico. È chiaro, però, che anche in questo caso il prezzo da pagare è la necessità di cambiare il proprio approccio professionale, cercando di acquisire nuove competenze e strumenti da mettere a disposizione dei clinici. Molti odontotecnici hanno già iniziato un cammino in questo senso: basta leggere l’editoriale pubblicato in questi giorni dal Presidente di ANTLO che stimola i propri colleghi ad alzare lo sguardo dal proprio banco di lavoro per individuare nuove prospettive.
Non pensa che la possibilità per il dentista di inviare il file dell'impronta digitale ad un centro di fresaggio gestito non necessariamente da un odontotecnico rivoluzioni gli equilibri, già deboli, nella filiera dentale? In protesi fissa l'odontotecnico sarà solo più quello che ceramizza mentre le strutture saranno realizzate dai grossi centri di fresaggio?
Certo, questo è senza dubbio un rischio presente: se l’unico obiettivo è l’abbassamento dei costi di produzione dei manufatti, i centri di fresaggio assumeranno un atteggiamento speculativo a scapito della qualità e, di conseguenza, l’odontotecnico sarà in balìa di un processo produttivo sul quale non potrà esercitare nessun controllo. Per questo motivo, Sirona ha da sempre impostato la propria strategia assegnando un ruolo primario all’odontotecnico, offrendo sistemi che si adattano anche a piccoli laboratori e mettendoli così in condizione di entrare nel mondo digitale, calibrando gli investimenti in funzione delle proprie necessità. Siamo gli unici a permettere di progettare e produrre partendo da una licenza software del valore di poche centinaia di euro, per poi passare anche gradualmente all’acquisto di Milling Center perfettamente in grado di integrarsi, per caratteristiche e costo, in laboratori di ogni dimensione. Anche la nostra proposta di impronta ottica pone il laboratorio odontotecnico al centro dell’operatività: i file generati dai sistemi Sirona non vengono indirizzati a un ente centrale o addirittura a un Milling Center; al contrario, vengono messi direttamente a disposizione di un network di odontotecnici attraverso il portale gratuito “SironaConnect”. Purtroppo, alcuni odontotecnici si fermano alla malposta critica verso Sirona in ambito CEREC, senza vedere che la nostra strategia tiene ampiamente conto degli interessi della loro categoria.
Le nuove tecnologie Cad Cam stanno rivoluzionando il modo di esercitare l'odontoiatria, una evoluzione irreversibile?
Questo è un dato di fatto: la tecnologia CAD CAM è già entrata in modo diretto o indiretto nell’odontoiatria. Tutto il mondo delle metodiche metal free si avvale ampiamente delle tecniche CAD CAM e molti laboratori offrono lavori basati su produzioni CAM anche per strutture metalliche. A questo aggiungiamo naturalmente i sistemi Cerec, che stanno avendo una diffusione sempre maggiore perché permettono la soluzione diretta di molti casi nella conservativa e nella piccola protesi, con grande beneficio per i pazienti in termini di qualità e tempo. Dobbiamo sempre più prendere coscienza del fatto che sono proprio i pazienti che alla fine determinano il successo o l’insuccesso di una tecnologia ed è quindi a loro che deve essere indirizzata l’attenzione di tutti gli attori in gioco quando si valuta l’impatto di nuove prassi. Se poi a questo aggiungiamo le già possibili integrazioni fra i sistemi CAD CAM e quelli basati su radiologia 3D, otteniamo un quadro che non potrà essere cancellato ed andrà ad arricchirsi di sempre maggiori possibilità.
Quali sono le novità che nei prossimi anni arriveranno sul mercato? Scanner orale e da laboratorio saranno tra pochi anni uno strumento d'uso comune in tutti i laboratori e studi dentistici italiani?
Noi ne siamo convinti: l’impronta ottica è la base sulla quale impostare i processi, è la trasformazione del modo di interpretare l’odontoiatria e di conseguenza l’odontotecnica. Del resto, il “problema dei problemi” è sempre stato quello di trasferire fra studio e laboratorio tutte le informazioni inerenti il paziente, ricordando a questo proposito la complessità dei protocolli per lo sviluppo e il montaggio di modelli sull’articolatore individuale. L’impronta ottica e tutte le applicazioni software che ne derivano rendono possibile un annullamento delle distanze - non solo fisiche - fra studio e laboratorio. Pertanto, nei prossimi mesi ed anni vedremo un arricchimento delle potenzialità legate al concetto che noi chiamiamo “Paziente Virtuale”, ovvero un ambiente software nel quale sono presenti tutti gli elementi diagnostici e dinamici che permettono la simulazione prima virtuale e poi reale di una riabilitazione dentale.
I vantaggi di queste possibilità oggi sono già evidenti e noi di Sirona stiamo mettendo in atto tutto quanto ci è possibile per renderle disponibili in ogni realtà operativa.