Con le annunciate dimissioni dei senatori del Pdl e la conseguente crisi di Governo è saltato il decreto che avrebbe dovuto scongiurare l’aumento dell’aliquota IVA dal 21 al 22%.
Un aumento che tocca gli operatori del settore dentale in quanto acquirenti; l’IVA per loro è un costo essendo le fatture per le prestazioni di dentisti, odontotecnici ed igienisti dentali esenti IVA.
L’aumento di un punto percentuale dell’IVA costerà, considerato il volume di acquisti di un anno (dati Unidi/Key-Stone), circa 11 milioni di euro.
Oltre a questo si dovrà aggiungere la maggiore spesa per l’aumento della fattura della luce, riscaldamento, del commercialista, del consulente del lavoro etc.
Non aumentano invece i prodotti con IVA agevolata al 4% come impianti, denti artificiali, leghe etc.