Roberto Callioni, past president ANDI, dal suo punto di osservazione privilegiato, è Coordinatore del Servizio Studi ANDI e vicepresidente di Confprofessioni, ha una visione certamente più ampia del futuro della professione. Per questo l’abbiamo invitato al Dental Forum di Asti, domani in diretta streaming su questo sito.
Roberto, quale è oggi l’impatto delle nuove tecnologie tra i dentisti?
Da recenti indagini del Servizio Studi ANDI risulta confermata la propensione dei dentisti italiani, seppur frenata dalla crisi economica e più in generale professionale, a rinnovare i propri studi attingendo in particolare alle tecnologie più avanzate tanto in ambito clinico, diagnostico e comunicativo. Secondo queste indagini il 64% dei dentisti italiani per superare lo stato di crisi sarebbe disposto ad investire in beni strumentali ed in particolare in attrezzature con alto contenuto tecnologico.
Con la tua esperienza come vedi il futuro di questo mercato?
Sia ben chiaro la professione ha subito profondi cambiamenti, ma la metamorfosi è ancora in atto. Come noto gli stessi hanno origini endogene, e mi riferisco uno per tutti ad un irrefrenabile e sempre più pronunciata nel futuro pletora di esercenti. Uno squilibrio quindi tra domanda ed offerta anche in funzione della grave crisi economica che ha colpito soprattutto il nostro Paese e che ha portato gli italiani a dover fare delle scelte in termini di "priorità di spesa". Tutto ciò senza rinunciare alla qualità e tenendo conto di posizionamenti di costume sempre più esigenti. Il dentista italiano, se ancora non lo avesse fatto, deve ripensare profondamente al proprio modo di atteggiarsi a queste nuove situazioni. Per poter rimanere competitivi è assolutamente necessario modernizzare i propri studi, sia sotto l'aspetto della funzionalità clinica che della sicurezza ma anche, da non sottovalutare, sul piano della comunicazione con i propri pazienti. Purtroppo tutto ciò comporta investimenti ingenti non certamente favoriti dalle penalizzanti normative fiscali cui è assoggettata la professione. Tutto ciò è vero anche pensando ad una longevità professionale sempre più esasperata da un sistema di welfare oltre che previdenziale, carente per diverse cause e che vengono dal passato. Anche l' aspetto del ricambio generazionale in questi ultimissimi anni, ha subito dei cambiamenti.
Ovvero
Se fino a poco tempo fa non era facile che i figli seguissero le orme odontoiatriche del padre, ora l'atteggiamento sembra cambiato in funzione del fatto che comunque in un settore quale quello delle Libere Professioni, fortissimamente penalizzato dalla crisi, l'ambito sanitario ed in particolare quello odontoiatrico, qualche soddisfazione ancora la riservano seppur molto lontana dai paradigmi del passato. Insomma l'odontoiatria nonostante tutto, rinnovando se stessa, qualche chance ancora la offre, con i dovuti se e ma. E' una professione con un forte "potenziale di positività legato alla tecnologia". Ma e' indubbio che serva molto, molto coraggio.
A cura di: Davis Cussotto, odontoiatra libero professionista