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Ammortizzatori sociali anche per i dipendenti degli studi professionali
[mercoledì 25 marzo 2009]

In attesa di una e vera propria riforma degli ammortizzatori sociali, il Governo con la legge n.2 del 28 gennaio 2009 ha varato misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa. Da una prima lettura del testo non era chiaro chi potesse effettivamente beneficiare delle nuove norme e l’interpretazione in particolare del comma 8 dell’articolo 19 secondo il quale “le risorse finanziarie destinate agli ammortizzatori sociali in deroga “possono essere utilizzate con riferimento a tutte le tipologie di lavoro subordinato, compresi i contratti di apprendistato e di somministrazione”.

Su espressa richiesta di Confprofessioni, si legge in una nota, il ministero del Lavoro  ha precisato che fra tutte le tipologie di lavoro subordinato a cui la Legge 2/2009 sono riconosciuti gli ammortizzatori sociali  anche ai dipendenti degli studi professionali.

Il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella si dice soddisfatto del chiarimento del governo tanto da affermare che “per la prima volta in Italia le tutele del lavoro si estendono all’occupazione del comparto professionale”.

“La portata del comma 8 dell’articolo 19 della legge –dice Stella-  è epocale per i professionisti”.

Con la legge si riconosce quindi che non solo le imprese ma anche i professionisti sono datori di lavoro e pertanto misure di sostegno sono previste anche per i collaboratori coordinati e continuativi cui viene riconosciuta per il triennio 2009-2011 una somma pari al 10% del reddito percepito l’anno precedente a condizione che operino in regime di monocommittenza e abbiano conseguito un reddito superiore ai 5.000 euro. 

Interventi previsti anche per quanto riguarda gli apprendisti per i quali la Legge stabilisce per il triennio 2009-2011 un integrazione del 20% dell’indennità di disoccupazione a carico degli enti bilaterali.

Soddisfazione sull’interpretazione è espressa anche da Andi (il cui presidente nazionale è presente nella Giunta di Confprofessioni) che in una nota ricorda che per poter usufruire di questa misura è “indispensabile che il dentista titolare dello studio abbia aderito all'Ente Bilaterale (E.BI.PRO.)”.


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