Il tumore del cavo orale è una patologia molto diffusa per la quale la precoce diagnosi può nella maggior parte dei casi rivelarsi la strategia vincente per combatterlo. Particolare importanza riveste quindi la diagnosi delle pigmentazioni della mucosa orale che può richiedere anche una valutazione istopatologica necessaria per chiarire la natura della lesione. Un lavoro pubblicato su Dental Cadmos (2008:09;03-17) affronta il problema.
E’ importante per il dentista, sostengono gli Autori, avere le conoscenze di base delle principali caratteristiche epidemiologiche e cliniche di questo tipo di lesioni per poter effettuare una biopsia . Le tipologie di lesioni pigmentate sono numerose: le pigmentazioni razziali, le macule melanotiche, la melanosi associata al fumo, lentiggini, efelidi, melanoacantome e melanoma e anche pigmentazioni causate dalla melanina associate all’assunzione di particolari farmaci.
Se si esclude il melanoma, le altre pigmentazioni orali sono benigne anche se molte hanno caratteristiche simili e la loro distinzione può essere difficile. La difficoltà maggiore è quella di riconoscere il melanoma rispetto ad altre lesioni pigmentate localizzate come le macule melanotiche. Diversi autori hanno proposto come metodo di identificazione la localizzazione della lesione visto che il melanoma si localizza nella maggior parte dei casi a livello del palato duro e sulla gengiva dell’arcata superiore e ogni lesione pigmentata riscontrata in queste sedi anatomiche dovrebbe destare sospetti e soggetta a biopsia. Altri elementi che devono essere presi in considerazione sono la crescita rapida, dolore e sanguinamento, la presenza di assimetrie, di eterogeneità del colore o di un diametro superiore a 6 mm.