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Accertamento sintetico, alcune precisazioni delle Entrate
[giovedì 30 aprile 2009]

E’ di questi giorni la notizia che tra i diversi indicatori utilizzabili dall’Agenzia delle Entrate nel ricostruire la situazione reddituale di una persona fisica soggetta ad accertamento sintetico entrino anche le spese sostenute per la frequenza di scuole private. A questo proposito , a seguito delle polemiche scatenate sul diritto alla libera istruzione è intervenuto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che in una lettera ha precisato quelli che sono i reali obiettivi del fisco nella lotta all’evasione fiscale che ricorda rimane un dovere dell’Agenzia delle Entrate nei confronti della collettività.

Ricordiamo che l’accertamento sintetico viene eseguito nei confronti di contribuenti per i quali il tenore di vita sostenuto non è compatibile con il reddito dichiarato: in questi casi l’amministrazione effettua una ricostruzione del reddito in base alle spese sostenute per sé e per la propria famiglia; se emerge che i redditi ricostruiti sono superiori di oltre il 25% a quelli dichiarati viene chiesto di pagare le imposte sulla differenza.

Nel caso ad esempio una persona dichiari un reddito pari a 30.000 euro ma vengono accertate spese per 90.000 euro si presume che la differenza corrisponda a redditi non denunciati al fisco sui quali non sono state pagate le imposte. 

Tra le spese che vengono considerate sono state inserite anche le spese per la frequenza di scuole private che vengono considerate però nel caso il loro ammontare sia particolarmente rilevante: una retta di poche centinaia di euro, spiegano dalle Entrate, è compatibile anche con redditi modesti ma l’iscrizione a scuole particolarmente costose è ritenuto un indice di notevoli disponibilità economiche.

Le spese per questo tipo di istruzione esclusiva, continua nella sua lettera Befera, si associano ad altri indicatori, come la frequenza a club esclusivi, viaggi organizzati molto costosi, automobili di lusso, ecc, che rivelano un tenore di vita ben al di sopra di quello che risulta dalla dichiarazione dei redditi.

L’Agenzia in questi casi contesta al contribuente un comportamento non corretto e spetta al contribuente dimostrare di non essere un vero evasore. Il direttore Bufera conclude precisando che “ i funzionari dell'Agenzia delle Entrate hanno oramai capacità e professionalità tali da saper valutare con grande ponderatezza gli elementi di spesa rispetto alla capacità contributiva, evitando così interventi inutili e vessatori. Nell'assoluto rispetto di tutti i diritti riconosciuti,  come la  libertà di educazione dei propri figli che non è proprio in discussione. “

 


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