Valutazione di impianti con differenti trattamenti di superficie
[giovedì 21 maggio 2009]
La diversa composizione chimica o la topografia delle superfici implantari possono modificare la formazione di osso-perimplantare. Diverse superfici implantari sono state considerate in grado di favorire la formazione di osso-perimplantare e rendere anche più celeri i tempi di guarigione.
Uno studio pubblicato sul Journal of Osseointegration (2009;1:25-31) condotto dall’Unesp, Università di San Paolo ha valutato impianti con trattamenti di superficie differenti al microscopio elettronico a scansione (SEM) e spettroscopia a dispersione d’energia(EDS). Sono state prese in considerazione 4 tipologie superfici implantari per analizzarne il livello di osseointegrazione: impianti commerciali con superficie macchinata (TU), impianti commerciali con superficie porosa sabbiati con particelle di AI.O e mordenzati (TJA), impianti con superficie trattata al Laser e impianti con superficie trattata al Laser e rivestiste di idrossiopatite (HA). Un campione, per ogni tipologia considerata, è stato valutato al SEM/EDS prima dell’intervento chirurgico e 32 impianti sono stai inseriti nella tibia di 4 conigli e rimossi dopo 8 settimane gli impianti sono stati rimossi e valutati dopo l’intervento sempre al SEM/EDS.
L’analisi postchirurgica al SEM presentava formazione di osso su tutte le superfici studiate ma in particolare sulle superfici TJA, Laser e HA. Mettendo a confronto i risultati EDS delle superfici trattate con laser e il gruppo TJA si evidenzia una quantità maggiore di calcio e fosforo correlata ad una maggiore formazione ossea.
Secondo gli Autori, a conclusione dello studio, emerge che le superfici tratte con Laser o con rivestimento di HA hanno presentato una migliore osseointegrazione correlate alle modifiche morfologiche e fisicochimiche anche se studi ulteriori sono necessari per valutare se ci siano effetti sulla riduzione dei tempi di guarigione.
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