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Crescono nel nord-est i centri low-cost italiani. L’Ordine: “difficile intervenire sui messaggi pubblicitari”
[venerdì 19 giugno 2009]

Crescono le iniziative imprenditoriali per cercare di arginare la migrazione di pazienti dal Nord-Est alla vicina Croazia e che puntano a creare centri low-cost nostrani.

Il progetto dentale Apollonia di Gemona (UD) è uno dei primi che ha proposto la formula low-cost in Italia proponendo ribassi consistenti, rispetto alle normali tariffe applicate dai dentisti ed alcune prestazioni gratuite per attirare la nuova clientela. L’organizzazione, secondo gli amministratori del centro, è il segreto che permette di combinare prezzi bassi e qualità. Nella struttura lavorano come dipendenti 25 assistenti alla poltrona e si alternano come professionisti 38 medici dentisti con differenti specializzazioni: dieci le poltrone a disposizione.

Altra realtà in “ascesa” sono le Dentalcoop che proprio in questi gironi inaugurano un nuovo centro a Spresiano (TV). Ad oggi i centri Dentalcoop sono presenti anche a Brescia, Padova, Treviso, Venezia e Bassano del Grappa. Pubblicità e prezzi competitivi, fino al 30-40% in medo di quelli praticati dagli studi privati in zona, puntano ad attrarre i pazienti. Per essere curati bisogna associarsi, l'adesione costa 25 euro una tantum e vale per l'intera famiglia.

Queste iniziative sono continuamente sotto il controllo dell’Ordine che tenta di verificare la correttezza della gestione ed in particolare i messaggi pubblicitari divulgati.

Un lavoro difficile sottolineato anche da una nota del presidente Cao Giuseppe Renzo, datata 3 giugno 2009, inviata  ai presidenti degli Albi provinciali di Padova e Rovigo, in risposta di una loro missiva nella quale si evidenziava le difficoltà del “controllo ordinistico sulle iniziative palesemente scorrette di pubblicità dell’informazione sanitaria”. Nella nota, il presidente Renzo ricorda la necessità che gli Ordini vigilino sui comportamenti degli iscritti al fine di attivare necessari procedimenti disciplinari. “Nel caso di specie –scrive Renzo- è necessario verificare l’esistenza del direttore sanitario della struttura, il possesso da parte dei responsabili della struttura stessa che appare di natura ambulatoriale e della esistenza delle autorizzazioni amministrative dell’apertura”. “Una volta verificate queste informazione –suggerisce il presidente Cao- gli Ordini potranno agire di conseguenza”.

Per quanto riguarda la pubblicità la Cao conferma quanto già deliberato dal Comitato Centrale Fnomceo nel febbraio 2009 e la comunicazione del maggio scorso.

 


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