E’ raro, ma qualche volta l’odontoiatra citato in giudizio per danni vince. E’ il caso della sentenza del Tribunale di Roma, sez. XII dell’11 maggio 2009.
I fatti sono quelli di sempre: la paziente chiama in giudizio l’odontoiatra per ottenerne previa affermazione di responsabilità professionale, la condanna al risarcimento dei danni subiti a seguito di interventi all'apparato dentario su di lei effettuati dall’odontoiatra stesso.
Nel corso di causa veniva effettuata la CTU ed emergeva che la paziente, dopo le cure per le quali vantava un danno in giudizio, si era recata da altri 4 dentisti che a loro volta avevano operato in bocca. Peraltro la paziente non aveva mai ritenuto di effettuate un Accertamento Tecnico Preventivo in tribunale (c.d. ATP) che in qualche modo avrebbe “fotografato” la situazione della sua bocca in relazione ai danni vantati.
In sostanza emergeva che: l'esecuzione delle nuove terapie eseguite sulla paziente da altri odontoiatri avevano interrotto il nesso di causalità tra gli atti posti in essere dall’odontoiatra chiamato a giudizio ed i danni vantati; l’assenza di documentazione pertinente impediva la ricostruzione esatta dei fatti correttezza della diagnosi formulata alla luce dell'rx ortopanoramica antecedente le terapie dell’odontoiatra chiamato a giudizio. Il giudice stabiliva inoltre che la perizia di parte della paziente (che ovviamente dava ragione a Lei) ha natura solo indiziaria ed è liberamente valutabile del giudice.
E questa volta la paziente è stata condannata anche 2000 euro di spese legali a favore dell’odontoiatra.