L’uso dei trattamenti sbiancanti domestici sempre più diffuso può essere utilizzato con tutta sicurezza anche da pazienti che siano affetti da malattie croniche e che per curare queste patologie assumono farmaci che possono provocare secchezza della bocca.
Questo è quanto risulta da un articolo riportato dal “Journal of Gerontology” secondo cui la ridotta produzione di saliva si pensava potesse rendere problematico l’uso degli sbiancanti dentali domestici a base di perossido di idrogeno al 10%. La rivista riporta i risultati dello studio condotto dai ricercatori della Tufts University di Boston che hanno condotto una ricerca su 42 adulti che assumevano farmaci per curare l’alta pressione del sangue e la depressione. Per 2 settimane i soggetti hanno utilizzato sia strisce sbiancanti al 10% di perossido di idrogeno o strisce placebo non contenenti alcun principio attivo per 30 minuti 2 volte al giorno.
Per tutti i pazienti che hanno utilizzato strisce sbiancanti è stato valutato l’effetto sbiancante, riduzione dell’ingiallimento e aumento della brillantezza, e il trattamento è stato ben tollerato, l’unico effetto collaterale registrato è stato una maggiore sensibilità dei denti ma nessuno dei pazienti ha dovuto interrompere il trattamento per questo motivo. Lo studio clinico, secondo i ricercatori, risponde ai dubbi di pazienti anziani che temevano di sottoporsi ad un trattamento sbiancante a causa della secchezza delle fauci ma dimostra come le strisce sbiancanti a base di perossido possano essere tranquillamente utilizzate da questi pazienti.