Il giorno dopo alla pubblicazione della sentenza del AGCM, che sanziona l’Ordine di Bolzano per aver ostacolato la concorrenza, abbiamo raccolto i commenti degli interessati.
Ovviamente soddisfatta l’associazione Centro Tutela dei Consumatori di Bolzano (CTCU) che attraverso il suo presidente Walther Andreaus evidenza come “dopo più di un anno dall’invio da parte dell’Ordine della lettera con finalità esclusivamente intimidatorie ai dentisti che avevano aderito alla nostra iniziativa, l’Antitrust ha accolto in pieno le nostre tesi”.
“Il provvedimento dell’Antitrust – spiega Walther Andreaus – è di importanza fondamentale. Per la prima volta vengono stabiliti due principi essenziali: per i consumatori, il diritto di poter conoscere e raffrontare i prezzi e le tariffe praticate da diversi professionisti; per il CTCU, il diritto, in qualità di soggetto terzo, di raccogliere direttamente dai professionisti i valori di prezzi e tariffe e di aggregarli in tabelle di confronto pubbliche.” “È sempre stato nostro convincimento –conclude Andreaus- che le politiche messe in campo dall’Ordine degli odontoiatri fossero finalizzate sia ad ostacolare un confronto competitivo tra i loro iscritti che a mantenere un livello elevato e soprattutto uniforme dei prezzi delle prestazioni. Comportamenti protezionistici e di lobbying come questo non possono essere più tollerati: soprattutto in questo caso, dove sono ben note le carenze in tema di cure dentarie da parte del servizio sanitario nazionale”.
Di un vero e proprio attacco alla deontologia professionale parla il dott. Salvatore Rampulla presidente CAO di Bolzano
“Dobbiamo ancora studiare bene il dispositivo della sentenza –ci dice a caldo- ma faremo sicuramente ricorso al Tar per tutelare la professione odontoiatrica ed il nostro Ordine professionale”. “Non facciamo lobbie ma cerchiamo di tutelare il decoro professionale ed il cittadino”, dice Rampulla. “Attraverso la lettera inviata agli iscritti –continua- abbiamo solamente voluto ricordare il dettato deontologico in merito alla pubblicità sanitaria come previsto dal nuovo codice approvato a seguito della riforma Bersani. Codice che rispetta quanto imposto dal legislatore ma definisce con chiarezza i principi di decoro che medici ed odontoiatri devono rispettare anche quando scelgono di promuovere la propria attività professionale attraverso messaggi pubblicitari”. “Il nuovo codice deontologico –ci spiega- consente di informare anche sul proprio onorario a patto che questo non sia l’unico elemento d’informazione presente nel messaggio. Ricordo che l’iniziativa del CTCU pubblicava esclusivamente le tariffe praticate per determinate prestazioni da odontoiatri bolzanini ma anche da quelli croati. Il costo di una corona o di una protesi non può essere l’unica informazione a disposizione del cittadino. Non siamo di fronte ad una rivendita di un prodotto ma parliamo di una prestazione sanitaria dove professionalità, materiali, terapia determinano il successo della riabilitazione protesica”. E proprio su questo punto Rampulla ci ricorda che l’Ordine aveva denunciato l’iniziativa del CTCU di Bolzano alla stessa Antitrust come pubblicità ingannevole “Ci meraviglia –dice- che non sia stata presa nessuna iniziativa a seguito della nostra denuncia”.
Ma quali ripercussioni avrà la sentenza?
“La decisione dell’AGCM contro l’Ordine di Bolzano –ci spiega l’avv. Silvia Stefanelli esperto di diritto sanitario- deve far riflettere su una ferita aperta e che non accenna a chiudersi: il rapporto tra principi giuridici-economici della concorrenza e sistema degli Ordini professionali. E’ uno scontro di culture che non sembra volersi sanare. Per gli ordini tutto ciò che comporta un confronto ed una concorrenza tra professionisti (tariffe, pubblicità ecc.) è negativo e viola, in qualche modo, i principi della deontologia; per l’AGCM, al contrario, non solo è ammissibile ma genera un positivo effetto sul mercato. Difficile dire chi ha ragione o torto: in realtà sembra essere di fronte a due soggetti che parlando lingue completamente diverse e venendo da culture diverse, non hanno alcuna possibilità di comprendersi".
“Resta un fatto però –conclude l’avv. Stefanelli- l’AGCM ha potere giuridico di assumere decisioni e di sanzionare Ordini professionali. E le decisioni assunte (pur impugnabili) rappresentano, da una parte il presupposto per un eventuale risarcimento danni e dall’altra, un precedente di non poco conto per gli altri Ordini professionali. Occorre che gli Ordini, pur nella loro corretta difesa della deontologia, ne siano consapevoli”.