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Effetti del catrame delle sigarette su parodonto e gengive
[martedì 17 novembre 2009]

Il condensato della sigaretta, residuo del fumo della sigaretta è composto da migliaia di sostanze chimiche tra cui la nicotina. Il fumo è noto come essere uno dei principali fattori di rischio per le malattie parodontali e molti sono gli studi che cercano di spiegare gli effetti negativi che l’abitudine al fumo ha sulla salute parodontale.

Un articolo pubblicato sulla rivista Journal of Periodontal Research (2009; 44: 704-713) ha cercato di capire quale sia l’influenza dei residui del fumo, in particolare del cosiddetto catrame, sulla capacità di degradazione del collagene dei fibroblasti gengivali ed i suoi meccanismi. Lo studio condotto dal prof. W. Zhang dell’Indiana University School of Dentistry, di Indianapolis ha esposto fibroblasti umani per 72 ore a concentrazioni diverse di particolari sostanze residue del fumo. E’ stata valutata la proliferazione delle cellule e la citossicità è stata valutata utilizzando una soluzione di tetrazolium-1 e lattato-deidrogenato. I risultati hanno mostrato una riduzione nella produzione cellulare ed un aumento della citossicità al crescere della concentrazione di condensati di fumo di sigaretta. La proliferazione cellulare si è ridotta di oltre il 50% quando la concentrazione di particolari sostanze del catrame di sigaretta è stata pari ai 200 μg/mL, e la citossicità è aumentata di oltre il 30% quando la concentrazione del condensato di sigaretta ha superato i 400μg/mL.

I risultati dello studio evidenziano come  i residui del fumo riducano la capacità di degradazione del collagene dei fibroblasti gengivali a partire da una concentrazione superiore ai 100μg/mL: in particolare la produzione di particolari enzimi come le Metallo Proteinasi (MMP-1, proMMP-2, MMP-14 e TIMP-1) aumenta  e si riduce la produzione di un altro enzima come il TIMP-2.

Le conclusioni dei ricercatori indicano chiaramente come il fumo di sigaretta colpisca la proliferazione dei fibroblasti gengivali e risulti tossica nei casi in cui questa raggiunga valori pari o superiori ai 400μg/mL oltre che aumentare la capacità di degradazione del collagene dei fibroblasti gengivali alterando la produzione e la localizzazione degli enzimi Metallo-Proteinasi.


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