70 organizzazioni non governative di tutto il mondo che si occupano di salute hanno chiesto ieri all'Organizzazione mondiale della sanità di mettere al bando le otturazioni dentali al mercurio. Per l'Italia ha firmato anche l'Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.): associazione che promuove una raccolta firme per chiedere al ministero della Salute italiano il divieto del utilizzo dell’amalgama.
Le ONG chiedono che l'Oms promuova con la massima urgenza l'uso di materiali alternativi privi di mercurio con l'obiettivo di portare assistenza sanitaria odontoiatrica sostenibile alla popolazione mondiale. L’obiettivo è quello di eliminare gradualmente l'uso del mercurio nei prodotti e processi produttivi. Nella lettera consegnata all’OMS le organizzazione fanno notare che il mercurio delle otturazioni dentali può viaggiare per lunghe distanze attraverso l'atmosfera e la contaminazione da questa neurotossina costituisce una grave minaccia a livello mondiale sia per la salute umana sia per l'ambiente.
Gli attivisti sottolineano, inoltre, che ci sono vari percorsi attraverso cui il mercurio delle amalgame dentali viene smaltito scorrettamente e dove può essere solo parzialmente controllato (cliniche dentali, acque reflue, fanghi di depurazione, crematori) ritenendo che l'effettivo controllo di questo rilascio di mercurio a livello globale sarebbe non solo impossibile, ma anche eccessivamente costoso. “Pertanto, nel tempo, la soluzione a minor costo è che le otturazioni prive di mercurio diventino la regola e non l'eccezione nel trattamento odontoiatrico'', consigliano le associazioni.
Ma è proprio così?
Sul numero 8/09 del Giornale dell’Odontoiatra, in uno speciale dedicato all’utilizzo dell’amalgama dentale ed ai rischi connessi, veniva evidenziato come un eventuale divieto all’utilizzo dell’amalgama per le otturazioni dentali i soli pazienti statunitensi spederebbero 1,1 miliardi di dollari all’anno in più per la salute dei propri denti.
I dati scaturivano da uno studio condotto dall’Association of Schools of Public Health pubblicato sulla rivista Pubblic Health nel quale viene stimato quale potrebbe essere l’impatto economico-finanziario della messa al bando nell’uso delle otturazioni in amalgama negli Stati Uniti.
La ricerca indicava un totale di circa 166 milioni otturazioni realizzate negli USA, evidenziando come il 31,6%, oltre a 52 milioni, sono in amalgama, il 46,6% in composito (77 milioni) e il 21,8 % (pari a 36,2 milioni) sono corone o intarsi.
L’utilizzo dell’amalgama, ricorda l’articolo, è maggiore nei bambini e negli adolescenti rispetto agli anziani; in generale il numero di otturazioni in amalgama è in diminuzione di un 3% annuo rispetto alle altre tipologie, in particolare i compositi.
Un ipotetico divieto all’uso dell’amalgama, sostengono i ricercatori, comporterebbe un aumento del prezzo medio delle otturazioni e al contempo una riduzione delle stesse quantificabili in oltre 15 milioni di dollari pari al 9,3% annuo. Il prezzo medio di un’otturazione passerebbe dai 278 $ a 330$ con un incremento pari al 18,6%.
Sul fronte clinico il FDI Burton Conrod, da noi intervistato nel giugno scorso durante la Plenary Session Ero svoltasi a Roma, così ci ha risposto alla domanda se l’amalgama si pericolosa.
“Noi crediamo che questo materiale sia un ottimo materiale, che ha una grande longevità ed è ottimo anche sotto il profilo costo-benefici. Al momento non ci sono degli studi che dal punto di vista qualitativo ne dimostrino la tossicità. Il problema è invece l’effetto sull’ambiente. Che cosa ci facciamo con le scorie del materiale? Come lo smaltiamo? Le Nazioni Unite, e noi con loro, ritengono che non deve esserci mercurio disperso nell’ambiente in nessuna quantità. Per questo abbiamo prodotto delle linee guida che prevedono un processo per il corretto smaltimento dell’amalgama. Sono convinto che nel tempo l’utilizzo dell’amalgama dentale andrà scemando, ma non possiamo pretendere che dall’oggi al domani si smetta di utilizzarla. Anche perché, questo comporterebbe un costo che andrebbe a discapito dei pazienti, dell’accesso alle cure odontoiatriche in particolare nei paesi poveri. Come FDI stiamo lavorando al fine di proteggere l’ambiente ma al contempo proteggere la salute orale delle persone”.