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Quale cemento per corone con chiusura marginale in ceramica su abutment? Uno studio fa chiarezza
[venerdì 4 dicembre 2009]

Valutare l’influenza dei tipi di cemento e della tecnica di applicazione sulla chiusura marginale e sulla ritenzione di corone cementate su abutment in titanio è l’obiettivo di uno studio pubblicato sulla rivista Quintessenza internazionale (2009;12:69-79) prodotto dalla Clinica universitaria Schleswig-Holstein Campus Kiel, Clinica di odontoiatria protesica propedeutica e scienza dei materiali. Sono stati presi in considerazione un cemento all’ossido di zinco privo di eugenolo (Freegenol), un cemento all’ossidofosfato di zinco (Harvard), un cemento vetroionometrico (Ketac Cem), un cemento al policarbossilato (Dureton) e un cemento composito autoadesivo (RelyX Unicem) cementi che sono stati applicati con due metodi diversi: sulla totalità della superficie interna della corona oppure solo sulla metà cervicale della superficie interna della corona.

In una prima fase sono stati utilizzati abutment con le superfici lucidate a macchina, così come forniti dal produttore; ciascun cemento è stato utilizzato per cementare otto corone secondo le tecniche descritte mentre in una seconda fase dello studio gli abutment sono stati sabbiati. Come passo successivo otto corone per gruppo sono state cementate con tutti i cementi  applicando il cemento sull’intera superficie interna della corona. E’ stata poi valutata la forza di distacco necessaria per rimuovere le corone in una prova di trazione e con il test di Wilcoxon della somma dei ranghi, corretta secondo Bonferroni-Holm e analizzata statisticamente.

Gli autori evidenziano come non siano state rilevate differenze significative tra le tecniche di cementificazione. “I valori mediani della ritenzione delle corone –dicono- nei casi in cui il cemento è stato applicato su tutta la superficie, è risultato pari a 177 N per il cemento all’ossido di zinco privo di eugenolo, a 356 N per il cemento all’ossifosfato di zinco, a 469 N per il cemento vetroionomerico, a 813 N per il cemento al policarbossilato e a 653 N per il cemento composito autoadesivo”. Lo studio ha individuato tre gruppi con differenze significative (P=0,05): cemento all’ossido di zinco, cemento all’ossifosfato di zinco/cemento vetroionomerico e cemento al policarbossilato/cemento composito autoadesivo.

“I risultati –concludono gli autori- mostrano che la ritenzione non è stata significativamente influenzata dal tipo di applicazione del cemento, osservando tuttavia che mediante la sabbiatura degli abutment con corindone è stato possibile aumentare significativamente la ritenzione per alcuni cementi”. I ricercatori arrivano quindi alla conclusione che l’applicazione di una quantità minore di cemento determina una  ritenzione clinicamente sufficiente con chiusura marginale tendenzialmente migliore.

 


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