Tra venti anni, nel 2029, la pletora odontoiatrica potrebbe non essere più un problema per la professione visto che i dentisti iscritti all’Albo dovrebbero scendere intorno ai 39mila; oggi sono 54 mila.
Ad ipotizzarlo è il Sole 24 Ore Sanità che in un articolo pubblicato sul numero di questa settimana, partendo dai dati pubblicati dal Centro Studi FNOMCeO, nota come tra venti anni gli attuali dentisti cinquantenni che presumibilmente andranno in pensione saranno quasi 30 mila. Aggiungendo i nuovi iscritti che (800 circa all’anno) si laureeranno, il saldo negativo tra pensionati e nuovi professionisti sarà di 16mila circa; considerando poi l’aumento della popolazione, si legge sul settimanale, il rapporto dentista paziente si attesterà intorno ad 1/1600.
Una ipotesi non veritiera, sostengono AIO ed ANDI.
Dalle colonne del giornale il presidente dell’AIO Salvatore Rampulla e quello dell’ANDI Roberto Callioni sottolineano come la professione stia cambiando e sia prematuro se non impossibile ipotizzare tra venti anni quanti dentisti saranno in attività.
“Sarebbe già un successo se tra venti anni esistano ancora i dentisti liberi professionisti”, dichiara al giornale Callioni.
Ricordando che per ipotizzare il fabbisogno di dentisti nei prossimi anni bisogna considerare non il numero dei futuri pensionati ma il fabbisogno di cure dei cittadini e come si organizzerà l’offerta, il prof. Marco Ferrari presidente della Conferenza dei corsi di laurea in odontoiatria e protesi dentaria evidenza come gli atenei italiani siano pronti a preparare più futuri dentisti di quanti attualmente vengono indicati dal Ministero.