La CAO Nazionale ha presentato alla stampa i dati sul fenomeno dell’abusivismo per “cercare di abbattere il muro di gomma ancora presente introno al problema”, per utilizzare le parole del presidente CAO Giuseppe Renzo.
I numeri portati dalla CAO sono riferiti alla sola attività dei NAS: 1151 controlli nel 2008 e 1106 nei primi 9 mesi dell’anno; 569 abusivi e prestanome segnalati all’autorità giudiziaria nel 2008 (567 nei primi 9 mesi del 2009); di cui 415 denunciati nel 2008 per violazione all’ex art. 348 del C.P.; 160 le strutture sequestrate nel 2008, 173 in questi primi mesi del 2009. Dati che fanno confermare, alla CAO, che il numero ipotetico di abusivi in Italia è di circa 15mila. Abusivi che, secondo il presidente CAO effettuano almeno 7milioni e 200 mila cure incassando, in nero, 720 milioni di euro.
Nessun dato sul numero dei prestanome sanzionati dalle Cao provinciali. Una azione difficile quella dei presidenti CAO, ci dice il presidente Renzo, che “non hanno gli strumenti necessari e spesso non vengono informati dalla magistratura su eventuali condanne combinate ai propri iscritti”. Per dargli più poteri, Renzo chiede la modifica delle norme che regolamentano l’Ordine e promette la radiazione per i prestanome che per la seconda volta saranno condannati per concorso in esercizio abusivo.
Indicando come il diplomato odontotecnico sia la figura professionale che più di altre viene scoperto con le “mani in bocca”, il dott. Renzo ricorda come in realtà il settore odontoiatrico sia “un grande pascolo abusivo” dove si improvvisano dentisti anche vigili urbani, geometri e falegnami. E quando gli chiediamo conto delle assistenti dentali che si improvvisano igienisti, Renzo ci dice come sia difficile per i Nas scoprire il reato in quanto legittimate a stare in studio. Ma il presidente CAO ricorda come il fenomeno dell’abusivismo non deve essere una scusa per denigrare una professione ma deve essere visto e combattuto nella sua complessità.
Sul fronte delle iniziative la CAO annuncia la richiesta di depenalizzare il reato di esercizio abusivo della professione medica in modo da poter prevedere pene più severe, fino a 200mila euro, oltre alla confisca delle attrezzature. Attrezzature che, spiega Renzo, potranno poi essere donate alle strutture pubbliche o alle Onlus che si occupano di odontoiatria per assistete i cittadini socialmente deboli. Strutture all’interno delle quali i dentisti si impegnano ad andare a lavorare gratuitamente.
Ma la CAO non si rivolge al solo legislatore italiano. Sostenendo che con la libera circolazione dei professionisti il fenomeno sia diventato europeo, annuncia che a gennaio una delegazione del settore dentale incontrerà i membri del Parlamento europeo per sensibilizzarli verso il problema: in particolare quello delle lauree “comprate” in atenei compiacenti dell’Est Europa.