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Il Ministero pubblica le linee guida per la prevenzione della salute orale nell’adulto
[lunedì 11 gennaio 2010]

Continua l’azione del ministero della Salute verso la promozione della salute orale. Ultima iniziativa in ordine cronologico la pubblicazione sul proprio sito internet delle "Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età adulta".

“Il documento –spiegano dal Ministero- ha l'obiettivo di offrire indicazioni univoche, condivise e basate sulle migliori evidenze scientifiche disponibili per la prevenzione, negli individui adulti, di patologie quali la malattia parodontale, l'edentulismo, le lesioni precancerose, il carcinoma orale. Le linee guida rappresentano uno strumento di supporto per l'attività lavorativa degli operatori del settore”.

Le linee guida sono state redatte da un gruppo di lavoro nominato dal Ministero composto dal prof. Patrizio Bollero (Università di Roma “ Tor Vergata”); dal prof. Felice Roberto Grassi (Università di Bari); dalla dott.ssa Gianna Maria Nardi (Università di Roma “ La Sapienza”); dal dott. Michele Nardone (Ministero della Salute). Coordinatore il prof. Enrico Gherlone referente presso il Ministero per il settore odontoiatrico.

Queste le raccomandazioni cliniche indicate per le varie problematiche cliniche.

Prevenzione delle patologie dei tessuti duri

 

  • In considerazione dell’elevata incidenza di carie è importante che vengano aggiornati gli attuali metodi di prevenzione.
  • La carie dentale, nonostante tutto, ha un’incidenza ancora molto elevata in Italia; ciò, pertanto, suggerisce di mettere in atto, in tutta la popolazione, indipendentemente dall’età, ogni presidio per prevenirla.
  • L’elevata frequenza dell’assunzione di cibo aumenta la probabilità di carie.
  • L’utilizzo di paste dentifricie fluorate in età adulta riduce significamente l’incidenza della carie.
  • Le paste contenenti casein phosphopeptide-amorphous e calcium phosphate contribuiscono ai processi di remineralizzazione delle superfici dentali.
  • La sostituzione del saccarosio con lo xilitolo porta ad una riduzione dell’incidenza della carie.
  • L’ adeguato e corretto spazzolamento riduce significativamente la presenza di placca dentale.
  • L’utilizzo di uno spazzolino elettrico è raccomandabile rispetto ad uno manuale
  • In caso di presenza di fenomeni di usura dentale, è necessario impostare un corretto programma di educazione del paziente, in modo da renderlo coscio dell’importanza della prevenzione e del trattamento precoce, anche in considerazione dell’impatto negativo che elevati livelli di usura dentale hanno sulla qualità della vita e sui rapporti sociali dei soggetti affetti.

 

Prevenzione della malattia parodontale

 

  • Ogni paziente visitato deve essere indirizzato verso una buona pratica di igiene orale. E’ doveroso intercettare precocemente eventuali patologie sistemiche che possono determinare l’insorgenza e/o la progressione della malattia parodontale. Alla stessa stregua, è doveroso adottare ogni misura atta a disincentivare l’abitudine al fumo.
  • Nei soggetti che non riescono a controllare con l’igiene orale personale, il processo infiammatorio a carico dei tessuti gengivali e nei soggetti con patologie sistemiche favorenti l’insorgenza di malattia parodontale, è indicata l’igiene orale professionale almeno 2 volte all’anno. Negli stessi individui, è, altresì, consigliato il controllo chimico della placca batterica, tramite sciacqui con colluttori.
  • La diagnosi di eventuale malattia parodontale deve essere effettuata da tutti gli odontoiatri, su tutti i pazienti, su tutti gli elementi dentali. Per un corretto accertamento diagnostico sono necessari: una dettagliata anamnesi; un esame obiettivo locale; l’esecuzione di esami radiografici; l’esecuzione ev. di esami di laboratorio e esame microbiologico.
  • La terapia causale (iniziale), in aggiunta alla terapia meccanica non chirurgica, deve comprendere l’ informazione, l’istruzione e la motivazione del paziente ad una corretta igiene orale, specie quotidiana domiciliare. L’odontoiatra deve fornire, a ciascun paziente, un modello comportamentale riguardante l'igiene orale personale rapportato alle proprie necessità.
  • La terapia meccanica non chirurgica deve costituire il trattamento di base della malattia parodontale e consiste nella strumentazione meccanica, sopra e sottogengivale, delle superfici radicolari, allo scopo di renderle biologicamente compatibili con i tessuti parodontali mediante l'eliminazione dei depositi duri e molli.
  • La terapia chirurgica deve essere considerata un mezzo aggiuntivo alla terapia causale e alla terapia meccanica non chirurgica. La scelta della tecnica chirurgica avverrà dopo un’attenta valutazione della cooperazione del paziente e della risposta dei tessuti. La mancanza di un’efficace ed efficiente igiene domiciliare esclude il paziente dal trattamento chirurgico.
  • La terapia antibiotica, con l'eccezione delle infezioni acute, non deve essere somministrata in assenza di una precedente terapia meccanica e in assenza di un controllo ottimale della placca da parte del paziente poichè i biofilm proteggono efficacemente i batteri patogeni dagli agenti antimicrobici. La continua emergenza di specie batteriche antibiotico-resistenti rende necessaria una limitazione all'uso degli antibiotici in terapia parodontale .
  • Alla fine della terapia causale e correttiva, il paziente deve essere inserito in un sistema di richiami finalizzato alla prevenzione di eventuali recidive della malattia. L’intervallo fra i vari appuntamenti deve essere, sempre, rapportato alla capacità del paziente di mantenere un adeguato standard di igiene (un programma di mantenimento basato su richiami ogni tre mesi è, nella maggior parte dei pazienti, efficace per prevenire la recidiva di malattia).

 

Prevenzione dell’edentulia

 

  • La salvaguardia dei denti naturali rappresenta il principale scopo di qualsiasi intervento preventivo o terapeutico.
  • Lo spazzolamento dei denti con tecnica corretta previene l’insorgenza di carie e di malattia parodontale e di conseguenza la perdita dei denti. L’uso di un dentifricio fluorato (1000 ppm) è fortemente consigliato nei soggetti adulti a rischio di carie medio-basso.
  • L’uso del filo interdentale e di presidi specifici per la pulizia degli spazi interdentali specie nei portatori di manufatti protesici fissi è consigliata.
  • Nei soggetti adulti a rischio elevato di carie sono consigliati sciacqui quotidiani con collutorio fluorato e prodotti a base di clorexidina.
  • L’assunzione di cibi contenenti mono o disaccaridi fuori dai pasti è sconsigliata se non in un regime di igiene orale controllata.
  • L’abitudine al fumo di sigaretta va altamente scoraggiato.
  • Visite specialistiche di controllo sono consigliate annualmente nei soggetti adulti non a rischio e con cadenza da trimestrale a semestrale nei soggetti a rischio di carie e malattia parodontale e nei portatori di protesi estese.
  • I soggetti anziani istituzionalizzati necessitano di sedute e insegnamenti di igiene orale.
  • La protesizzazione del cavo orale edentulo migliora la qualità di vita del soggetto privo di denti.
  • Negli individui portatori di protesi mobile o dispositivi mobili di altro genere (es. byte) è fortemente consigliata l’igiene quotidiana degli stessi e l’utilizzo di preparati disinfettanti con agenti di pulizia quali ad es. NitrAdine.

 

Prevenzione dei tumori maligni del cavo orale

 

  • Adottare ogni misura atta a disincentivare il fumo e l’uso di alcoolici e super alcoolici, specie se in associazione tra loro. Tutti i pazienti, inoltre, specie in presenza di condizioni di rischio, devono essere messi nella condizione di poter effettuare periodicamente un “auto-screening” del cavo orale, vale a dire le corrette manovre dell’autoispezione dei tessuti molli.
  • In individui di età superiore ai 40 anni (soprattutto se di sesso maschile) oppure, in caso di persone, di qualsiasi sesso, che fumano e/o consumano quotidianamente alcolici o superalcolici specie in assenza di adeguate cure nel cavo orale, eseguire una accurata visita della bocca, almeno una volta l’anno.
  • Ricercare, in corso di visita, eventuali lesioni sospette in tutto il cavo orale ponendo particolare attenzione alle aree nascoste, specie dalla lingua
  • Considerare come caso dubbio ogni lesione che si presenti come macchia o placca, nodulo o erosione-ulcera, o verrucosità, indipendentemente dai sintomi o dalle cause apparenti fino a quando non venga dimostrato il contrario.
  • Rimuovere ogni possibile causa apparente collegata ad una lesione, seguire l’evoluzione della stessa e considerare come caso dubbio quelle lesioni che non guariscono entro 14 giorni. Il miglioramento, dopo la rimozione della causa apparente, non è guarigione; bisogna continuare a considerare il caso come dubbio.
  • In caso di lesioni dubbie non ritardare mai la diagnosi con terapie a base di vitamine, collutori, antibiotici o altro per un periodo di tempo superiore ai 14 giorni.
  • L’utilizzo della chemioluminescenza o l’impiego di coloranti vitali come il blu di toludina consente, nei casi dubbi, di effettuare un preliminare e non invasivo esame dei tessuti volto a distinguere i tessuti sani da quelli sospetti.
  • In caso di forte sospetto diagnostico è necessario effettuare una biopsia; tale metodica seguita da analisi e valutazione del campione in laboratorio rappresenta a tutt’oggi l’esame gold standard nel determinismo diagnostico di una lesione sospetta. La tecnica bioptica deve essere escissionale per tutte quelle lesioni di dimensioni ridotte e localizzate in zone accessibili e non debilitanti per il paziente. In alternativa, va eseguita la tecnica incisionale a livello dei bordi della lesione, facendo attenzione a includere le aree cliniche più sospette, evitando le zone necrotiche.

 


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