Tra i batteri responsabili delle carie il Bifidobacterium dentium è senz’altro il più pericoloso grazie alla sua capacità di “digerire” diversi tipi di carboidrati e tollerare pH acidi. Una ricerca pubblicata su PloS Genetics realizzata con il contributo di un team di ricercatori italiani delle Università di Parma, Siena e Verona -in collaborazione con diverse università estere- ha identificato il genoma di questo batterio isolando alcuni patogeni da carie dentali umane per ottenere la sequenza completa del codice genetico. L’accesso alla sequenza del genoma , formato da un unico cromosoma circolare con 2.636.368 paia di basi, ha permesso di capire la fisiologia, la genetica e lo sviluppo evolutivo del batterio.
Lo studio spiega come questi microorganismi si siano abituati alla cavità orale e quali sono le particolarità che rendono il B-dentium una vera minaccia per la salute dei nostri denti. Innanzitutto questo batterio ha delle caratteristiche particolari di resistenza agli agenti anti-microbici, si riproduce in modo più efficiente essendo in grado di elaborare un numero maggiore di zuccheri, metabolizza i carboidrati, aderisce alla superficie dei denti grazie alla sintesi delle proteine. Come evidenziato dall’analisi del genoma condotta dai ricercatori, il B-dentium riesce a metabolizzare una grande varietà di carboidrati rispetto alle altre specie di Bifidobacterium (maggiore anche degli streptococchi del cavo orale come l’S-mutans). La tolleranza degli acidi, la resistenza alle sostanze tossiche e a capacità nell’utilizzare i componenti derivati dalla saliva e di proliferare nelle lesioni cariose sono elementi peculiari di questo batterio; lo studio della sua sequenza genomica permetterà, secondo gli Autori, di analizzare i geni coinvolti nella colonizzazione, sopravvivenza, crescita del B-dentium nel cavo orale permettendo di identificare le strategie per combattere questa tipologia di batterio.