Il presidente della CAO nazionale Giuseppe Renzo interviene sui dati da noi riportati che indicano il numero dei ricorsi alla CCEPS da parte degli scritti all’Albo sanzionati dal proprio Ordine provinciale in particolare per prestanomismo.
“Il tema degli interventi disciplinari nei confronti degli odontoiatri accusati di favoreggiamento dell’esercizio abusivo della professione –ci scrive il dott. Renzo- è particolarmente delicato anche per la difficoltà di orientarsi sui dati a disposizione. Certamente il numero dei ricorsi presentati alla CCEPS è indicativo sull’attività svolta dagli Ordini che evidentemente hanno irrogato sanzioni contro le quali gli interessati hanno proceduto a presentare ricorso. Occorre però comprendere che molte sanzioni possono essere state irrogate senza che il sanitario procedesse a presentare ricorso. Ulteriori procedimenti presso gli Ordini possono, inoltre, essersi conclusi con l’assoluzione dell’interessato il quale ovviamente non avrà avuto interesse a presentare ricorso. Ecco perché il dato dei ricorsi decisi dalla CCEPS è certamente interessante ed indicativo ma altrettanto certamente insufficiente a delineare l’intera attività degli Ordini.
Occorre poi evidenziare che per difficoltà che si stanno cercando di superare, non sempre la magistratura e le autorità competenti di polizia giudiziaria informano gli Ordini sull’attività repressiva in corso per quanto riguarda il reato di cui trattasi. Laddove tali informazioni pervengono, gli Ordini, nel caso di specie le CAO, attivano le procedure disciplinari cui li obbliga l’art.8 della l. 175/92.
In buona sostanza la CAO Nazionale sta sviluppando attraverso una più incisiva collaborazione con i NAS, la stessa CCEPS ed ovviamente le CAO provinciali, un’opera di monitoraggio sul fenomeno del cosiddetto “prestanomismo” che non può prescindere anche da una più attenta conoscenza dei dati quantitativi del fenomeno”.