I massimi esponenti dell’odontoiatria italiana, il presidente nazionale della CAO Giuseppe Renzo, il presidente dell’ANDI Roberto Callioni, il tesoriere FNOMCeO Raffaele Iandolo ed il membro della CAO nazionale Claudio Cortesini finiscono davanti alle Commissioni ordinistiche di competenza.
Attraverso una nota dell’ANDI ed alcune fonti siamo riusciti a ricostruire la vicenda; nessuno dei principali protagonisti ha voluto rilasciare commenti. Tutto nasce nel giugno scorso durante l’assemblea ordinaria ANDI che ha visto l’approvazione del bilancio con 220 voti a favore e 99 contrari. Una votazione, così recitava un comunicato ANDI, “dalla valenza politica”.
Probabilmente, proprio per questo motivo, il presidente Callioni nel suo intervento a caldo dopo le votazioni ricordava come in ANDI vi sia trasparenza e democrazia mettendo, ogni anno, in discussione l’operato della dirigenza mentre questo non è possibile per esempio per la CAO nazionale in quanto non approva i suoi bilanci (perché il bilancio è lo stesso approvato dall’assemblea FNOMCeO NdR).
La non approvazione del bilancio, come avviene per tutte le associazioni ed organizzazioni, avrebbe infatti significato la delegittimazione della dirigenza e le sue dimissioni.
Intervento che ha suscitato, anche per l’enfasi con cui è stato pronunciato, le rimostranze di alcuni presenti; sembra siano volate anche “parole grosse” all’indirizzo di Callioni. Dissenso riassunto e motivato dal presidente CAO Giuseppe Renzo (nelle vesti di delegato ANDI) attraverso un intervento.
Ma a quanto pare la vicenda non si è chiusa con gli scontri verbali all’interno dell’assemblea. A seguito dell’intervento un presidente CAO presente (secondo la nota ANDI il dott. Brugiapaglia presidente CAO Ferrara, presente come delegato ANDI) ritenendolo probabilmente lesivo nei confronti della CAO e della Federazione tutta, ha presentato un esposto alla CAO nazionale nei confronti del dott. Callioni in quanto presidente CAO di Bergamo. D’ufficio, nei confronti di Callioni, è stato aperto un procedimento disciplinare e dopo qualche tempo, come previsto, convocato dal presidente nazionale CAO per informarsi sull’accaduto. Nel frattempo Callioni ricusa i membri della Commissione nazionale non ritenendola adatta a giudicarlo perchè, leggiamo sempre nella nota ANDI, in “ palese conflitto di interessi in quanto presenti all’adunanza ANDI e protagonisti dell’inaccettabile attacco contro il vertice associativo”. Ricusazione rigettata dalla CAO nazionale.
Venerdì 5 febbraio, la CAO Nazionale condanna con la sanzione della censura il presidente Callioni per violazione degli articoli 58 e 64 comma 6 (vedi sotto) del Codice Deontologico. A seguito della decisione, Callioni ha dato mandato di ricorrere alla CCEPS (Commissione Centrale Esercenti le Professioni Sanitarie), per ottenere, leggiamo, “l’annullamento del dictum e di tutto il sotteso procedimento, in quanto ritenuto illegittimo e comunque infondato nel merito delle accuse rivolte”. Ma non solo, sempre il sito ANDI informa “come a seguito di votazione a scrutinio segreto nel contesto della seduta tenutasi in Orvieto il 25 settembre 2009 - il dott. Roberto Callioni (in proprio) ed il Consiglio di Presidenza ANDI hanno inteso deferire i dott.ri Giuseppe Renzo, Raffaele Iandolo e Claudio Cortesini alla CCEPS, e dare mandato ai rispettivi legali onde tutelare – in ogni sede - l’immagine della persona ingiustamente coinvolta nel procedimento disciplinare e dell’Associazione tutta”.
Questi gli articoli del Codice di Deontologia Professionale citati.
Art. 58
- Rispetto reciproco -
Il rapporto tra medici deve ispirarsi ai principi di corretta solidarietà, di reciproco rispetto e di considerazione della attività professionale di ognuno. Il contrasto di opinione non deve violare i principi di un collegiale comportamento e di un civile dibattito.Il medico deve assistere i colleghi senza fini di lucro salvo il diritto al ristoro delle spese. Il medico deve essere solidale nei confronti dei colleghi risultati essere ingiustamente accusati.
Art. 64
Doveri di collaborazione -
Comma 6
Il medico eletto negli organi istituzionali dell'Ordine deve adempiere all'incarico con diligenza e imparzialità nell'interesse della collettività e osservare prudenza e riservatezza nell' espletamento dei propri compiti.