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Odontotecnici: ecco il nuovo profilo formativo dopo la riforma Gelmini. Poche novità ma determinanti le questioni ancora da definire: possibile anche l’abilitazione dopo un percorso universitario
[lunedì 15 febbraio 2010]

Mentre il settore si interroga sul futuro del nuovo profilo degli odontotecnici, con l’approvazione della riforma degli istituti professionali del giungo 2008 e quella dei regolamenti attuativi avvenuta nei giorni scorsi viene delineato il nuovo percorso formativo, a cominciare dal prossimo anno scolastico, del futuro odontotecnico.

“Con il riordino dell'istruzione professionale –ha spiegato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini durante la conferenza stampa di presentazione- sarà riaffermata l'identità di questo tipo di scuola nell'ambito dell'istruzione superiore e i giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento. Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte chiare sulle possibilità d’inserimento nel mondo del lavoro e per il proseguimento degli studi all’università. Verrà superata la sovrapposizione con l'istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d'istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d'istruzione saranno più efficaci e le risorse verranno utilizzate nel modo più adeguato”.

Per gli istituti professionali la riforma ha previsto la creazione di due marco settori: uno nel quale sono inseriti gli istituti per il settore dei servizi, l’altro quelli per il settore industria e artigianato.
Il settore servizi, quello all’interno del quale sono inseriti gli istituti per odontotecnico, è poi suddiviso in altri sottogruppi: servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; servizi socio-sanitari; quelli per i servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera e quelli per i servizi commerciali.
L’odontotecnico insieme all’ottico è inserito in quello dei servizi socio sanitari.
Questo l’indirizzo professionale stabilito per l’odontotecnico:
Il “Tecnico per i servizi socio-sanitari” possiede le competenze necessarie per organizzare ed attuare interventi adeguati alle esigenze socio-sanitarie di persone e comunità per la promozione della salute e del benessere bio-psico-sociale.

In particolare, egli è in grado di:
• partecipare alla rilevazione dei bisogni socio-sanitari del territorio attraverso l’interazione con soggetti istituzionali e professionali;
• rapportarsi ai competenti Enti pubblici e privati anche per orientare l’utenza verso idonee strutture;
• intervenire nella gestione dell’impresa sociosanitaria e nella promozione di reti di servizio per attività di assistenza e di animazione sociale;
• applicare la normativa vigente relativa alla privacy e alla sicurezza sociale e sanitaria;
• organizzare interventi a sostegno dell’inclusione sociale di persone, comunità e fasce deboli;
• interagire con gli utenti del servizio e predisporre piani individualizzati di intervento;
• individuare soluzioni corrette ai problemi organizzativi, psicologici e igienico-sanitari della vita quotidiana;
• affrontare problemi relativi alla non autosufficienza e alla disabilità;
• utilizzare metodi e strumenti di valutazione e monitoraggio della qualità del servizio erogato nell’ottica del miglioramento e della valorizzazione delle risorse;
• documentare il proprio lavoro e redigere relazioni tecniche.

Per quanto riguarda il percorso formativo sia per durata, cinque anni, che per ore di attività rimane praticamente invariato rispetto al vecchio ordinamento. Calano leggermente le ore totali ma rimangono sostanzialmente uguali quelle dedicate all’esercitazione pratica ed agli stage. Vengono invece ridotte quelle dedicate alla gnatologia ed alla chimica: un problema per gli studenti che vorranno tentare, una volta diplomati, i test per accedere alla facoltà di odontoiatria o medicina.

La qualifica al terzo anno per diventare “dipendenti” sarà di competenza regionale.

Determinanti invece, per il futuro professionale dell’odontotecnico, le questioni ancora da definire con l’emanazione di successivi regolamenti. Prima tra tutte quella dell’esame di abilitazione professionale. Nei regolamenti emanati fino ad ora non se ne fa praticamente cenno e questo lascia aperte molte ipotesi tra le quali qualcuna suggestiva come la possibilità di prevedere l’abilitazione professionale dopo un percorso universitario. Più probabile, come ci spiegano alcuni presidi di istituti da noi interpellati, la conferma dell’attuale sistema che prevede un esame di abilitazione professionale al quinto anno. Per ora tutte le ipotesi rimangono aperte.


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