Chi Siamo Iscriviti Archivio L'Esperto risponde Archivio SOle 24 Ore Odontoiatria  
Protesi implantare con estensioni. La ricerca scientifica la indica come una valida soluzione
[mercoledì 24 febbraio 2010]

L’implantologia ha certamente ridotto l’utilizzo della protesi con estensioni anche se questa tecnica è ancora un indispensabile ausilio per la riabilitazione di pazienti in cui non sia possibile inserire un numero di impianti tale da consentire la costruzione di una protesi tradizionale. Il Dentista Moderno (2010: 01; 38-50) ha pubblicato un lavoro di Diego Lops e Eugenio Romeo (Università degli studi di Milano) in cui si illustrano gli attuali trend di utilizzo della protesi fissa con estensione supportata da impianti, le relative indicazioni cliniche e le evidenze scientifiche a supporto dell’impiego di questa soluzione protesica.

“La protesi fissa con estensione supportata da impianti –scrivono gli Autori- si pone come alternativa terapeutica nella riabilitazione di siti edentuli che non presentino possibilità di posizionamento implantare standard se non prima di aver ripristinato le dimensioni del sito ricevente stesso; procedure di guided bone rigeneration, rialzo del seno mascellare, splitting crest e innesti di osso autologo possono essere così evitati, riducendo la morbilità a carico del paziente”. Accanto alla riduzione notevole dei costi biologici della riabilitazione si pone la riduzione dei costi economici e dei tempi di finalizzazione della terapia. In letteratura sono reperibili pochi studi clinici a medio/lungo termine sull’impiego delle estensioni in protesi fissa implantosupportata; ancora meno sono quelli controllati e randomizzati. La prognosi a medio/lungo termine di queste protesi appare del tutto sovrapponibile a quella di protesi parziali fisse su impianti senza estensioni: i relativi tassi di sopravvivenza implantare superiori al 93% a 10 anni sono molto confortanti e ne giustificano l’impiego clinico routinario. Nondimeno, l’attenta valutazione delle dinamiche biomeccaniche di occlusione centrica e movimenti di lateralità a carico delle estensioni rappresenta un fattore imprescindibile per evitare complicanze tecniche a carico della protesi (frattura del rivestimento estetico o svitamento/frattura della vite di connessione dell’abutment) e degli impianti di supporto (riassorbimento osseo perimplantare da stress biomeccanico). Inoltre, i risultati incoraggianti di queste evidenze scientifiche contrastano spesso con i dati ottenuti da studi in vitro o mediante analisi a elementi finiti; queste pubblicazioni mettono in risalto il negativo potenziale dell’estensione come fattore ingenerante stress biomeccanico nella protesi e a livello dell’osso marginale perimplantare, con rischio di un patologico riassorbimento osseo perimplantare”.


Riproduzione vietata Ritorna alle notizie
Aiutaci a mantenere viva l'informazione de ildentale: abbonati

 
Questo sito utilizza cookie di profilazione propri e di altri siti per inviare all'utente comunicazioni commerciali in linea con le preferenze manifestate durante la navigazione.
AVVISO: D-Press sas informa che, accedendo al sitowww.ildentale.it l'utente acconsente all'uso dei cookies per le finalità sopra indicate.
Proprietà D-Press sas PI:01362010058 redazione@ildentale.it