Le resine a base di metacrilato sono molto utilizzate in odontoiatria; si tratta di sostanze viscose che vengono convertite in materiale solido attraverso la polimerizzazione. Il processo, tuttavia potrebbe essere incompleto, portando al rilascio di monomeri nella cavità orale e pulpare che potrebbe entrare in contatto con il flusso sanguigno. I momoneri possono raggiungere una concentrazione nel sangue tale da causare danni anche a livello cellulare; per questo è importante che questi effetti vengano studiati e monitorati.

Trattandosi si sostanze chimiche è quindi necessario valutarne la citossicità e la genotossicità di questi prodotti in quanto i composti genotossici inducono modificazioni stabili, quindi ereditabili, dell´informazione genetica (DNA). Di conseguenza occorre valutare la capacità di un agente chimico di modificare la struttura del DNA.

Un’indagine di questo tipo è stata condotta dal Dipartimento di Odontoiatria pediatrica dell’Università di Pomorska in Polonia i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Mutation research. Lo studio ha in particolare cercato di capire il livello di citossicità e genotossicità nei linfociti periferici e nei polmoni del 2-idrossietile metacrilato. Dallo studio è emerso che una concentrazione di idrossietile superiore ai 10mM colpisce la circolazione delle cellule e può indurre danni al DNA dei linfociti. L’uso di enzimi ripara DNA e vitamina C produce risultati che suggeriscono che l’idrossietile provoca modificazioni ossidative alle basi del DNA.

Gli Autori evidenziano come l’uso di 2-idrossietile metacrilato possa avere effetti biologicamente negativi provocando danni al DNA e ritardi nella circolazione cellulare. Per limitare questi effetti l’utilizzo di chitosano e suoi derivati come componenti aggiuntivi di un’otturazione dentale possono diminuire il potenziale dannoso del 2-idrossietile metacrilato.