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Raccomandazioni cliniche, i dubbi della professione. Gherlone (Ministero) “sono uno strumento a favore dei dentisti italiani”
[venerdì 12 marzo 2010]

Probabilmente prima dell’estate il gruppo di lavoro attivato dal Ministero della Salute presenterà la bozza delle raccomandazioni cliniche delle prestazioni odontoiatriche. Come ampiamente annunciato, l’obiettivo delle “raccomandazioni” è quello di indicare un percorso clinico minimo da seguire per le varie prestazioni odontoiatriche. Raccomandazioni cliniche intese, da alcuni, come una sorta di “qualità imposta” da adottare nei propri studi con il timore che se non rispettate, in caso di contenzioso, potranno ritorcersi contro il professionista.

A sollevare “pubblicamente” il problema l’editoriale del dott. Massimo Gagliani pubblicato sul Dentista Moderno di marzo dal titolo “O si bucano o dondolano”. “Queste raccomandazioni cosa saranno?”, si chiede Gagliani. “Forse un lasciapassare per “investitori” che condizioneranno i nostri comportamenti terapeutici- scrive- strangolandoli con tabelle e tariffe. Stento, quindi, a riconoscermi in un mondo dove sta prendendo piede il modello del “todo incluido”, tipo vacanza cubana; visita e panoramica gratuita per scovare in ogni meandro terapia odontoiatrica da erogare su catene di montaggio che, come tali, sono più propense a togliere e avvitare piuttosto che a restaurare. La motivazione all’atteggiamento preventivo andrà a farsi benedire con buona pace di chi, per anni, ne ha fatto l’elemento distintivo di una professione che, perdendo i suoi connotati più squisitamente medici, sta regredendo alle origini”.

Il Dentista Moderno riporta anche commenti, contrastanti, sulla questione da parte dei lettori ai quali è stato inviato l’editoriale in anteprima.

“Con le raccomandazioni cliniche –ci dice il prof. Enrico Gherlone referente per il settore odontoiatrico presso il Ministero della Salute- vogliamo creare uno strumento proprio per evitare quanto il dott. Gagliani sostiene. Le raccomandazioni non saranno una imposizione ma uno strumento che indica al libero professionista il percorso clinico da adottare, percorso tracciato sulla base delle indicazioni della comunità scientifica mediate dalle componenti professionali presenti nel tavolo tecnico che le elabora. Sono raccomandazioni non vincolanti che terranno conto di una qualità minima che tutti gli odontoiatri italiani potranno rispettare”.

Proprio perché questo progetto -sia nel condividerne i fini che nella fase di realizzazione- per la prima volta ha messo d’accordo tutte le componenti del settore, dall’Ordine all’università; dalla associazioni sindacali a quelle scientifiche, Gherlone ci dice: “se vi fossero pericoli e scopi non chiari questa sinergia di intenti non ci sarebbe stata”.

“Capisco però le perplessità –continua- che nascono dalla non conoscenza di questo strumento. Già oggi, in caso di contenzioso, il CTU si basa su quanto indicato dalla comunità scientifica. Penso che sia meglio avere delle indicazioni definite e chiare in modo che tutti conoscano il corretto percorso clinico da seguire. Le raccomandazioni cliniche saranno lo strumento che impedirà il dilagare del modello che il dott. Gagliani indica con il termine del “todo incluido”; uno strumento pensato non per tutelare il cittadino nei confronti del singolo dentista ma per garantire al cittadino che, per esempio, il gestore di un fondo integrativo non imponga allo studio convenzionato una qualità scadente”.

Sul fronte dei sostenitori delle raccomandazioni cliniche ricordiamo l’intervento del Ministro della Salute prof. Ferruccio Fazio quando al congresso SIO ringraziò tutti coloro che si stanno prodigando per realizzarle evidenziandone l’utilità.

 

 


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