Nel mese di gennaio tramite la newsletter del sito dedicato all’odontoiatria del gruppo editoriale Elsevier è stato proposto ai lettori un sondaggio che cercava di valutare il gradimento dei dentisti italiani verso i fondi integrativi del SSN. I risultati sono stati pubblicati sul numero 4/10 del quindicinale Il Giornale dell’Odontoiatra in distribuzione in questi giorni (ed anticipati sul sito Odontoconsult) all’interno di un più ampio servizio sulla sanità integrativa. Dal giornale premettono che i dati non hanno nessun fine statistico ma offrono comunque spunti interessanti di valutazione su di uno strumento già attivo da oltre venti anni ma che dal 2008, a seguito degli interventi governativi, comincia ad interessare più direttamente il settore dentale.

Due le domande poste: “L’avvento dei fondi integrativi nel settore odontoiatrico la preoccupa?” e “I fondi integrativi offriranno più prestazioni odontoiatriche. Si convenzionerebbe anche se questo dovesse comportare l’accettazione delle condizioni imposte dal gestore del fondo?”.

Alla prima domanda il 40,4% ritiene l’avvento dei fondi integrativi dequalificheranno la professione, mentre il 27,7% li considera un’opportunità. Alta la percentuale (30,6%) di coloro che ammettono di non saperne abbastanza.

La risposta alla domanda che puntava a capire se aderirebbero ai fondi integrativi dimostra come i dentisti italiani, alla fine, guardino all’economia del proprio studio piuttosto che alle ideologie. Infatti il 57% di coloro che hanno partecipato al sondaggio dichiara che valuterà in base alle proposte del gestore del fondo. Aderiranno incondizionatamente l’11,1%, mentre coloro che in nessun caso accetteranno di convenzionarsi sono il 30,6%.