L’osteointegrazione è la base del successo della riabilitazione implantare. Questa è dovuta a molti fattori tra i quali il disegno dell’impianto ed il trattamento superficiale del materiale a contatto con l’osso. Ricerche hanno dimostrato come la ruvidità di queste superfici possa sopperire ad una eventuale minore dimensione dell’impianto.
Gli Autori del lavoro pubblicato su Dental Cadmos (2010:02;51-57) hanno valutato l’area disponibile all’osteointegrazione di 6 impianti dentali di dimensioni e disegno differente. La valutazione comparativa è stata svolta tramite indagine microtomografica della quantità di area potenzialmente disponibile all’osteointegrazione di tre tipologie di impianti dentali standard e tre aventi dimensioni, come la lunghezza ed il diametro, inferiori a quelle degli impianti “normali”. Dai risultati dello studio emerge che gli impianti “corti”, grazie alla notevole ampiezza della superficie laterale, possono essere considerati, in condizioni cliniche particolari, valide alternative agli impianti standard.
“Tra i vari impianti corti disponibili in commercio –sostengono gli Autori- quelli che potrebbero mostrarsi più indicati dal punto di vista biomeccanico sono gli impianti con design delle spire quadrato e cono diametro maggiore”.