Di fronte alle continue sfide dell’economia globale anche i laboratori odontotecnici americani devono ripensare ai loro modelli di business. Alcuni vedono le nuove tecnologie come uno strumento pratico per sostituire una forza lavoro che si contrae per ottimizzare o espandere sull’andamento del lavoro, altri puntano nel campo della cosmetica dentale. La riflessione è di Robert Kreyr membro dell’Amrican Prosthodontic Society e della National Association of Dental Laboratories.
Ancora oggi l’80% dei laboratori USA hanno meno di 5 odontotecnici ed un giro d’affari basso rispetto ai modelli internazionali dove si trovano vere e proprie imprese. Il concetto di un laboratorio grande e centralizzato e in grado di fornire qualsiasi tipo di lavorazione è estraneo agli USA, al contrario di quanto si pensi. Anche se proprio alcuni laboratori USA sono stati pionieri di un modello di laboratorio odontotecnico di tipo industriale che in base alla loro esperienza si è dimostrato funzionale anche negli Stati Uniti. Il modello del piccolo laboratorio specializzato, ritiene Kreyr, è destinato nel corso dei prossimi anni a scomparire per essere sostituito da vere e proprie fabbriche per la creazione delle protesi.
Il mercato per i laboratori odontotecnici statunitensi ha raggiunto nel 2009 un valore di quasi 12 miliardi di dollari e si stima che nel 2014 arriverà a 15 miliardi. Un altro modello di business molto diffuso negli Usa e in Canada è stata la creazione di catene di laboratori organizzati in network di aziende di piccole-medie dimensioni che dovrebbero contrastare interessi espansionistici sul mercato americano da parte di aziende straniere. Ad esempio, spiega il membro dell’NADL, la Biodenda, società Svizzera che vuole espandersi sul mercato statunitense acquisendo laboratori in Usa e Canada per creare centri di fresaggio operanti a livello nazionale sviluppando un modello di business che permette sia a laboratori di esperienza consolidata che ai nuovi, di entrare a far parte di un marchio in franchising conosciuto a livello mondiale. Alcuni fornitori di materiale odontoiatrico, hanno invece aperto laboratori specializzati in estetica.
Il crescente interesse da parte di aziende straniere, sostiene Kreyr, di incorporare il business dei laboratori odontotecnici potrebbe essere una buona notizia per larga parte dei possessori di laboratori che a breve sono interessati a chiudere.
Un recente sondaggio on-line ha evidenziato come molti titolari di laboratorio stiano cercando di uscire dal settore nel modo migliore: il 30% di loro afferma che venderebbe il laboratorio nell’anno in corso se ricevesse un’offerta adeguata mentre il 25% dichiara di avere intenzione di cedere nei prossimi due anni.
In questi ultimi anni la concorrenza oltreoceano, spiegano gli odontotecnici, si è mangiata parte del mercato nazionale: un certo numero di dentisti preferisce farsi realizzare le corone e le protesi in Cina perché ritengono che il costo di un lavoro fatto in USA sia troppo alto. La tecnologia potrebbe quindi essere per molti un aiuto nel contrastare questo tipo di concorrenza che permetterebbe di pareggiare i costi riducendo la quantità di lavoro manuale e di conseguenza gli effetti della concorrenza straniera. Inoltre potrebbe rendere l’attuale forza lavoro odontotecnica più produttiva contribuendo a ridurre il turn-over della professione dove è maggiore il numero di chi abbandona l’attività rispetto ai nuovi entrati.
In un periodo caratterizzato da alti tassi di disoccupazione, spiega Robert Kreyr, i laboratori fronteggiano un crescente deficit di personale e potrebbero rappresentare una buona opportunità di lavoro per molti giovani.