Il riassorbimento osseo condiziona, negativamente, l’inserimento di impianti di lunghezza standard e la chirurgia rigenerativa non sempre può essere la soluzione che risolve il problema. L’industria biomedicale negli ultimi anni ha realizzato impianti più corti e numerosi studi hanno dimostrato che questi tipi di impianti (lunghezza ≤10 mm) possano dare ottimi risultati quando inseriti con la tecnica two-stage. Il lavoro pubblicato su Italia Oral Surgery (2010; 01:27-34) ha valutato se gli impianti corti inseriti in mascellari atrofici diano percentuali di sopravvivenza paragonabili agli impianti più lunghi inseriti in volumi ossei maggiori.
Per effettuare lo studio, nel periodo compreso tra marzo 2003 e giugno 2004, sono stati selezionati 14 pazienti di età compresa tra 45 e 68 anni (nove uomini e cinque donne) che necessitavano di una riabilitazione implantoprotesica in mandibola posteriore. È stato inserito un totale di 42 impianti 4,5 × 6 mm con superficie in plasma-spray.
Dei 42 impianti posizionati in 14 pazienti è stata registrata una sopravvivenza del 95,25%.
“Gli impianti corti –sostengono gli Autori- rappresentano una valida alternativa in caso di estrema atrofia dell’osso alveolare, evitando di sottoporre il paziente a trattamenti di chirurgia rigenerativa con inevitabile allungamento dei tempi di riabilitazione”.