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Rischio bifosfonati: l’ADA favorisce il dialogo dentista-paziente sul tema
[mercoledì 14 gennaio 2009]

Un recente studio pubblicato sul Journal of the American Dental Association conferma come l’uso di bifosfonati orali possa portare alla osteonecrosi della mandibola a seguito di particolari procedure odontoiatriche.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori della Università della Southern California School of Dentistry che ha identificato 208 pazienti con una storia di utilizzo di bifosfonati come l’alendrone.

I ricercatori hanno verificato che di 9 di questi 208 pazienti hanno sviluppato una osteoneocrosi della mandibola (ONJ) dopo aver subito una estrazione dentale o un trauma della dentatura. L’auspicio dei ricercatori è che questo studio possa sensibilizzare medici e dentisti a parlare con i loro pazienti sui rischi per la salute orale associati ad un massiccio uso di medicinali. .

Prima di questo studio solo i pazienti oncologici che erano stati trattati con farmaci bifosfonati in vena erano potenzialmente a rischio di sviluppare ONJ. Secondo Merck un produttore di farmaci bifosfonati la correlazione è così bassa che l’incidenza pari al 0,7 per 100.000 persone.

Da quando questo problema è stato evidenziato, l’ADA ha incoraggiato gli studi come questo appena pubblicato. Sebbene il campione utilizzato dai ricercatori californiani non sia molto ampio, suggerisce ugualmente che un continuo uso orale di alendronati può essere collegato ad una alta incidenza di infezioni gravi alla mandibola in pazienti che hanno avuto estrazioni o che hanno una protesi.

Per ora, sottolineano dall’ADA, l’azione che può essere svolta è di tipo informativo/preventiva rivolta ai pazienti che possono essere a rischio, mentre ulteriori studi saranno condotti per meglio delineare i rischi tra gli utilizzatori di bifosfonato come pure per capire i meccanismi per i quali alcuni pazienti sviluppano ONJ  così come poter minimizzare la probabilità di esserne colpito.

L’ADA  ha inviato tramite e-mail ai suoi membri informazioni sull’argomento e ad oggi ben 83.000 soggetti sono già stati contattati. Inoltre per favorire la comunicazione su questo tema l’ADA ha realizzato un foglio informativo che può essere utilizzato per spiegare ai pazienti i rischi.

 


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